di Elvira Pollina e Giuseppe Fonte
MILANO (Reuters) - Il fondo statunitense Kkr è pronto a lasciare Sparkle, la società di Telecom Italia (BIT:TLIT) (Tim) (TLIT.MI> che gestisce la rete di cavi sottomarini, totalmente in mani statali.
Lo dicono a Reuters due fonti vicine alla situazione. Il futuro di Sparkle rientra nel negoziato in corso tra il governo e Kkr, che il mese scorso ha ottenuto da Tim un'esclusiva fino al 30 settembre per presentare un'offerta di acquisto vincolante su Netco, dove l'ex monopolista farà confluire la propria rete fissa di accesso e Sparkle.
Nella proposta di acquisto presentata a giugno, la società dei cavi sottomarini era stata valutata da Kkr fino a 1,2 miliardi di euro, nell'ambito di un'offerta per Netco che arriva attorno ai 23 miliardi, compresi alcuni elementi variabili, avevano detto a suo tempo persone vicine al dossier.
Il tema del futuro di Sparkle è uno degli argomenti affrontati nei negoziati tra esponenti del governo italiano e rappresentanti di Kkr, spiegano le fonti.
L'esecutivo ritiene che Sparkle sia un asset strategico dal punto di vista geopolitico. Già in passato aveva detto di guardare con favore a soluzioni che garantissero allo Stato di avere il pieno controllo della società.
Da parte sua Kkr ha un interesse limitato per Sparkle, essendo focalizzato sulla rete di accesso di Tim, che si estende dalle centrali alle case dei clienti e su cui il fondo Usa ha già investito 1,8 miliardi di euro.
Kkr e Tim non hanno commentato.
Qualsiasi operazione sugli asset di rete di Tim necessita del benestare del governo, che ha il potere di bloccare o porre condizioni sul riassetto della rete in forza della cosiddetta normativa sul 'golden power'.
Il fondo Usa sta proseguendo con la due diligence e lavora con le banche per assicurarsi il financing necessario all'operazione. Al momento, nessuna offerta dovrebbe materializzarsi prima di settembre.
Nel suo interesse per Netco, Kkr ha lasciato sin dall'inizio la porta aperta alla possibilità che il governo possa entrare in partita arrivando a controllare una quota fino al 30% di Netco.
In questo contesto, Roma sta valutando come partecipare all'offerta di Kkr per presidiare la rete di Tim, spiegano fonti di governo, confermando che l'ingresso nella rete resta un elemento prioritario.
Le opzioni sul tavolo comprendono l'ingresso diretto del Tesoro assieme al fondo infrastrutturale italiano F2i, che tra i suoi azionisti annovera investitori istituzionali italiani, e forse anche Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), spiegano le fonti.
(Scritto da Elvira Pollina, editing Francesca Piscioneri)