Tim, mossa di Vivendi: ceduta parte della sua quota

Pubblicato 24.03.2025, 09:15
© Reuters.  Tim, mossa di Vivendi: ceduta parte della sua quota

OraFinanza - Dopo mesi di tensioni e ricorsi al tribunale, Vivendi (EPA:VIV) muove nel capitale di Telecom Italia (BIT:TLIT) cedendo la propria partecipazione nel capitale dell’ex Monopolista. La notizia è stata diffusa dallo stesso gruppo francese in una nota in cui si annunciava la riduzione della propria quota dal 23,8% al 18,4% a seguito di nuove vendite effettuate il 18 marzo. Il diritto di voto dei francesi scende così al 13,19% del capitale sociale.

Vivendi aveva già cessato di contabilizzare la propria partecipazione in Tim con il metodo del patrimonio netto a partire dal 31 dicembre 2022 e aveva indicato in diverse occasioni la propria intenzione di cedere la propria partecipazione nel gruppo.

In parL’amministratore delegato, Arnau de Puyfontaine, aveva già confermato la volontà di vendere la propria partecipazione nel gruppo, considerato non più un investimento strategico.

“Quando saremo in grado di uscire dalla società a condizioni vantaggiose, lo faremo", spiegava l’amministratore delegato, Arnau de Puyfontaine, agli analisti nella call di presentazione dei risultati, definendo "non più strategico" l’investimento in Tim.

Diversi mass media ora ipotizzano che il grosso della partecipazione residua di Vivendi possa essere comprato da Poste Italiane (BIT:PST), che potrebbe acquisire fino al 15% circa del capitale ordinario, salendo al limite della soglia d’opa del 25% (circa 700 milioni di esborso ai valori correnti).

Dopo la notizia gli analisti di EQUITA confermano la raccomandazione ‘buy’ e il target price di 0,36 euro sulle azioni Tim, questa mattina in crescita del 2% nei primi minuti di contrattazioni a Piazza Affari, scambiate a 0,30 euro. Positivo anche il titolo Vivendi a Parigi, salito dell’1% a 2,78 euro.

"L’uscita di Vivendi dal capitale di Tim sarebbe a nostro avviso molto positiva per Tim in quanto eliminerebbe un elemento di incertezza sui prossimi passi della storia di turnaround del gruppo, visti la posizione molto critica dei francesi sull’esecuzione del piano industriale presentato al mercato da Labriola e il veto che era stato posto in passato da Vivendi sull’operazione di ottimizzazione della struttura del capitale”, scrivono dalla sim.

Per quanto riguarda un eventuale rafforzamento di Poste in Tim, secondo EQUITA “fornirebbe al gruppo una governance più solida. Pensiamo che questo possa facilitare quindi l’implementazione della politica di ricostituzione delle riserve e di remunerazione degli azionisti/ottimizzazione della struttura di capitale che è stata presentata al mercato, fornendo inoltre spazio per sinergie industriali, senza escludere lo scenario di consolidamento con Iliad Italia".

La stampa, nota poi EQUITA, segnala che Tim "sta lavorando per rinegoziare la linea RCF, riducendone l’ammontare a 3 miliardi dai 4 attuali. Si tratta di un altro passo per ridurre il gross debt adeguandolo alle nuove esigenze del gruppo e ridurre il costo del debito per migliorare il free cash flow, azioni che pensiamo comunque già riflesse nelle indicazioni di piano di riduzione degli oneri finanziari e nelle nostre stime”.

“Nel complesso, nonostante il potenziale overhang residuo di Vivendi (circa il 3% del capitale che non potrebbe essere acquisito da Poste) ci aspettiamo una reazione positiva sul titolo e in particolare per la risparmio che mantiene un privilegio sul dividendo (2,75 centesimi minimo) e in diritto al dividendo non pagato nel 2023-2024 (5,5 centesimi) che non è adeguatamente riflesso nel premio attuale rispetto all’ordinaria", prevedono da EQUITA.

Questo contenuto è fornito da OraFinanza

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