di Ron Bousso e Stephen Jewkes
LONDRA (Reuters) - BP (LON:BP) ed Eni (MI:ENI) puntano a raccogliere fino a 2 miliardi di dollari dall'emergente joint venture di gas e petrolio in Angola, poiché entrambe le aziende tentano di ridurre il debito per poter incrementare le attività delle rinnovabili.
È quanto riferito da fonti bancarie e di settore.
BP ed Eni avevano annunciato a maggio di aver avviato dei colloqui per fondere le operazioni di petrolio, gas e gas naturale liquefatto in Angola per far nascere una delle più grandi aziende energetiche d'Africa.
Scorporare gli asset di gas e petrolio è per le aziende un modo per ottenere maggiori ricavi da queste divisioni mentre tentano di ridurre le emissioni di gas serra ed effettuare il passaggio alle rinnovabili.
Si tratta anche di un modo per spostare debito dalla casa madre alla joint venture indipendente, rendendo più semplice per le controllanti raccogliere denaro dalle attività a basse emissioni di carbonio.
BP ed Eni hanno contattato nelle ultime settimane alcune delle principali banche occidentali per richiedere proposte per ottenere 1,5-2 miliardi di dollari per la joint venture, secondo quattro fonti.
"Stanno cercando di deconsolidare gli asset angolani e vogliono raccogliere denaro per le operazioni a monte", secondo una delle fonti.
BP ed Eni non hanno commentato.
Tuttavia gran parte di questi istituti potrebbero non fare credito a causa delle crescenti pressioni per ridurre gli investimenti nei combustibili fossili da parte di governi e investitori, in particolare in Paesi in cui gli standard ambientali non vengono strettamente monitorati, secondo le fonti.
Un alto inviato statunitense per il clima ha detto che per le aziende di combustibili fossili occidentali che investono in Africa potrebbe presentarsi il rischio di azioni normative, che si fa più esplicito mentre il mondo si muove per tentare di contrastare il pericoloso cambiamento climatico.
(Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Roma Stefano Bernabei)