James Athey (Aberdeen Standard Investments) illustra tutti punti critici dell’attuale mercato azionario, in termini di valutazioni eccessive, utili stagnanti e problemi di crescita strutturali
Dai minimi di marzo, l’indice MSCI world delle Borse mondiali è salito del 46% in euro e ancora meglio ha fatto l’S&P 500% (+46,5%) e, soprattutto, il Nasdaq composite (+61%). Performance straordinarie che hanno permesso non soltanto di azzerare le profonde perdite in Borsa causate dai timori legati ai contraccolpi economici per la pandemia, ma di riportare in territorio positivo i rendimenti azionari da inizio anno.
QUANTO È SOSTENIBILE IL RALLY AZIONARIO?
Alla luce di questa dinamica è lecito domandarsi se il rally azionario sia sostenibile. “Dal punto di vista delle valutazioni, i risultati storici indicano che, alle valutazioni correnti, gli investitori sono esposti ad un alto grado di probabilità che il ritorno a lungo termine possa essere basso o negativo, sia in termini nominali sia reali”, fa sapere James Athey, Investment Director di Aberdeen Standard Investments. Le valutazioni, sottolinea l’esperto, non contano tanto nel breve termine quanto piuttosto nel lungo termine e l’ipotesi che i tassi bassi possano giustificare valori delle quotazioni azionarie più elevate è errata. Basti guardare, specifica Athey, a quanto accaduto per molti anni ai listini del Giappone e del Vecchio Continente con indici di Borsa tutt’altro che brillanti nonostante tassi ai minimi storici o negativi...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge