Investing.com — UBS rimane ottimista sulle azioni statunitensi mentre assume una posizione più cauta sui titoli europei in mezzo alle continue tensioni commerciali e all’incertezza economica globale.
"Abbiamo una visione Attraente sulle azioni statunitensi", hanno scritto gli strateghi di UBS. Hanno citato la pausa del Presidente Trump sull’implementazione di nuovi dazi come un "segnale" che egli è "attento ai rischi economici e di mercato delle politiche tariffarie", segnando potenzialmente un picco nell’incertezza politica.
UBS ritiene che questo cambiamento potrebbe rappresentare un punto di svolta per i mercati, offrendo un importante vento favorevole per le azioni.
Nonostante la continua volatilità, UBS mantiene un obiettivo di fine anno 2025 di 5.800 per l’S&P 500. La società prevede utili piatti quest’anno con un EPS dell’S&P 500 a $250 nel 2025, e un rimbalzo a $275 nel 2026, ovvero una crescita del 10%.
"Il sentiment è scarso e la volatilità è molto alta", ha osservato UBS, sottolineando che entrambi sono tipicamente segnali contrarian. La società ha aggiunto che l’indice di volatilità VIX e i sondaggi degli investitori indicano un potenziale per un forte rimbalzo nei prossimi 12 mesi.
Al contrario, UBS mantiene un rating Neutrale sulle azioni dell’Eurozona. "L’incertezza economica è aumentata materialmente nell’ultimo mese a causa degli annunci sui dazi commerciali degli Stati Uniti", hanno scritto gli strateghi di UBS.
La banca ora prevede una crescita zero degli utili nel 2025, in calo rispetto alla precedente previsione del 5%.
Mentre i rischi sono "equamente bilanciati ai livelli attuali", UBS vede opportunità in aree selezionate.
La società raccomanda l’esposizione alle azioni di piccola e media capitalizzazione dell’Eurozona, insieme a settori relativamente isolati dai rischi tariffari, come utilities, IT, industriali e immobiliare.
Nel suo scenario base, UBS prevede l’EuroStoxx 50 a 5.200 entro fine anno, ma ha avvertito di un possibile ribasso a 3.500 in caso di grave recessione.
UBS ha sottolineato che le azioni europee rimangono altamente sensibili agli sviluppi commerciali e alle azioni delle banche centrali.
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