Di Mauro Speranza
Investing.com – Continua la ricerca del nuovo CEO Unicredit (MI:CRDI) dopo le annunciate dimissioni di Jean Pierre Mustier che diverranno effettive ad aprile. La questione è stata affrontata dal Financial Times in un articolo, in cui è stata fatta una rosa di nomi comprendenti ex importanti manager di alcuni tra i più importanti istituti bancari europei.
Il consiglio di amministrazione di Unicredit sta valutando i candidati e prenderà una decisione entro le prossime quattro settimane, scrive il quotidiano britannico, sottolineando come i tempi siano strettissimi vista anche l’importanza del nome da scegliere per il futuro dell’istituto e non solo.
Andrea Orcel da UBS
Il primo nome indicato dal FT è quello di Andrea Orcel, ex direttore della banca UBS da novembre 2014 a settembre 2018. L’ipotesi sull’unico nome italiano citato è legato però all’approvazione l'approvazione delle autorità di regolamentazione, in quanto dovrebbe prima districarsi da una causa di 112 milioni di euro contro Santander (MC:SAN), secondo fonti dei quotidiano.
Il controverso dealmaker italiano sta facendo causa alla banca spagnola dopo che questa ha ritirato la sua offerta di diventare amministratore delegato in una disputa sulla retribuzione e sul profilo.
Tidjane Thiam di Credit Suisse
Secondo nome è quello dell'ex amministratore delegato di Credit Suisse (SIX:CSGN), in procinto di lanciare una società di acquisizione per scopi speciali da 250 milioni di dollari.
Secondo il FT, Thiam non ha deciso se perseguire il ruolo nonostante sia uno dei candidati preferiti dal consiglio di amministrazione.
Nomi da Commerzbank
Dalla banca tedesca emerge il nome di Martin Blessing, ex amministratore delegato di Commerzbank (DE:CBKG), che ha gestito l'unità di gestione patrimoniale di UBS fino al 2019 - è in trattative,
Inoltre, dallo stesso istituto un altro nome citato da FT è quello del co-CEO, Niccolò Ubertalli considerato quindi un candidato ‘papabile’.
Altri nomi
Il Financial Times cita altri nomi come l'ex dealmaker di Bank of America (NYSE:BAC), De Giorgi, il capo di Mediobanca (MI:MDBI), Alberto Nagel, la cui società è consulente di Banca Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS).
Sono stati contattati anche Marina Natale, amministratore delegato di AMCO, l'ex direttore finanziario di UniCredit, e Matteo del Fante, che gestisce Poste Italiane (MI:PST).
Interpellati dal FT, da Unicredit hanno rifiutato di commentare tali ipotesi.
Il presidente entrante Pier Carlo Padoan - l'ex ministro delle Finanze che ha curato il salvataggio del Monte dei Paschi - è la figura chiave della ricerca, coadiuvato dal cacciatore di teste Spencer Stuart.
A che punto siamo
Nel frattempo, il presidente Cesare Bisoni ha dichiarato a Il Sole 24 Ore che il processo di individuazione è a buon punto. In pole position, secondo rumor di stampa, l'ex UBS Andrea Orcel.
"Siamo impegnati a fare una cosa per volta", afferma Bisoni che ribadisce "il CdA non accetterà mai alcuna operazione che non sia nell'interesse esclusivo del gruppo e dei suoi azionisti". Il Presidente assicura poi che l'identità paneuropea del gruppo "non è in discussione", così come "il ruolo fondamentale delle attività in Italia".
Il problema stipendi
Un altro ostacolo per il consiglio di amministrazione è rappresentato dal livello relativamente basso della retribuzione che può offrire. Mustier, sottolinea il FT, ha guadagnato 1,2 milioni di euro nel 2019 presso UniCredit, molto meno dei colleghi europei, come il recente CEO di UBS Sergio Ermotti, che è stato pagato 13,8 milioni di franchi svizzeri (13 milioni di euro), e Carlo Messina, amministratore delegato dell'agguerrita rivale locale Intesa Sanpaolo (MI:ISP), che è stato pagato 4,3 milioni di euro.
Al fine di attirare candidati idonei, UniCredit sta valutando la possibilità di offrire molto di più dello stipendio finale di Mustier. Il francese ha subìto un taglio di stipendio lo scorso aprile per dimostrare solidarietà durante il primo blocco in Italia, lasciando la sua retribuzione fissa a 900.000 euro.
Tuttavia, se il candidato favorito, il signor Orcel, se dovesse accettare il lavoro, potrebbe perdere milioni di euro di retribuzione differita ancora dovutigli da UBS, unendosi a un rivale.