Investing.com - Si spegne l'entusiasmo sul terzo polo bancario, dopo che il Ceo di Unipol (BIT:UNPI) Carlo Cimbri ha affermato di non essere interessato ad un'operazione tra Bper (BIT:EMII), di cui la società è maggior azionista, e Monte dei Paschi (BIT:BMPS).
A margine dell'assemblea Consob, dove il presidente Savona sta incontrando i protagonisti del mercato, l'Ad del gruppo assicurativo ha definito "fantasie" le voci di una possibile integrazione degli istituti e del consenso che sarebbe arrivato dai soci degli istituti.
Cimbri ha poi rincarato la dose aggiungendo che Unipol non è mai stata contattata dal governo in merito a questa ipotesi.
Il risultato è un tonfo del 7% di Mps dopo i forti rialzi che avevo spinto il titolo negli ultimi giorni, con un andamento comunque positivo nell'ultimo mese pari al 6,6%.
A Piazza Affari si era riaccesa la fiamma dell'M&A bancario dopo le frasi dell'Ad di Mps Lovaglio e del ministro del Mef Giorgetti i quali, in occasioni separate, avevano fatto intendere di un'accelerazione del processo di privatizzazione e del ruolo dell'istituto nella costruzione del terzo polo bancario.
Il no di Unipol non è tuttavia l'unico. Poche settimane fa era stato il presidente di Banco Bpm (BIT:BAMI), un'altra banca spesso accostata alle voci di M&A, ad escludere un'integrazione con Mps.
Dall'assemblea annuale di Bankitalia, il presidente Tononi aveva spento l'ottimismo sull'operazione ribadendo quanto detto in più occasioni precedenti dal Ceo Castagna e cioè che Piazza Meda non ha "alcuna intenzione di perseguire un progetto di aggregazione con Monte dei Paschi",
"La nostra strategia - aveva aggiunto Tononi - è basata su un piano stand alone che ha consentito di conseguire risultati davvero positivi e con il quale contiamo di creare ancora molto valore per il futuro".