Investing.com -- L’amministrazione Trump sta pianificando di intensificare la pressione sul Venezuela costringendo più aziende a interrompere le loro operazioni nel paese, secondo quanto riportato da Bloomberg. Questo fa seguito alla direttiva data a Chevron Corp (NYSE:CVX). di terminare le proprie operazioni, come dichiarato da fonti vicine alla situazione.
Tra le aziende a cui è stato ordinato di terminare le operazioni in Venezuela entro 30 giorni, una volta che le loro deroghe per operare senza violare le sanzioni saranno revocate dagli USA, ci sono il produttore petrolifero francese Etablissements Maurel & Prom SA e un’azienda di asfalto gestita dal magnate petrolifero della Florida Harry Sargeant. Il Dipartimento del Tesoro USA dovrebbe avviare questo processo già da venerdì, secondo una fonte interna.
La cessazione delle attività di queste aziende in Venezuela metterà ulteriormente sotto pressione l’economia già in difficoltà del paese e aumenterà la pressione sul presidente Nicolas Maduro. Questo avviene mentre Trump cerca un accordo sulle riforme democratiche e l’accettazione di più migranti dagli Stati Uniti. All’inizio di questa settimana, il Dipartimento del Tesoro ha ordinato a Chevron di concludere le sue operazioni in Venezuela entro il 3 aprile, un periodo significativamente più breve rispetto al consueto periodo di sei mesi per la chiusura.
L’economia del Venezuela dipende fortemente dal petrolio. Chevron, insieme ad altre aziende più piccole che hanno ricevuto l’autorizzazione da Washington per operare nel paese, sono stati motori vitali di crescita, soprattutto considerando che la compagnia petrolifera statale del Venezuela è in uno stato di disordine a causa di anni di sottoinvestimento.
Tuttavia, l’approccio dell’amministrazione Trump verso il Venezuela non è uniforme, con vari consiglieri e funzionari che hanno opinioni divergenti. Esiste la possibilità che il presidente possa cambiare direzione all’ultimo momento, permettendo alle compagnie petrolifere di continuare le loro operazioni nel paese.
Altre aziende straniere che operano in Venezuela, come la spagnola Repsol SA e l’italiana Eni SpA, stanno attendendo informazioni sulla possibile revoca delle loro deroghe per lavorare nel paese senza incorrere in sanzioni.
Le richieste di commenti al Dipartimento del Tesoro e al ministero dell’Informazione del Venezuela non hanno ancora ricevuto risposta.
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