MILANO (Reuters) - Il Tribunale di Milano ha sottoposto ad amministrazione giudiziaria Valentino Bags Lab srl, società controllata dalla casa di moda Valentino che produce borse e articoli da viaggio, per aver subappaltato la produzione a laboratori cinesi che avrebbero sfruttato i lavoratori.
Lo si evince dal decreto di 30 pagine con il quale i giudici delle misure di prevenzione hanno imposto per un anno un amministratore alla società per non aver applicato "misure adeguate per verificare le effettive condizioni di lavoro o le capacità tecniche delle aziende appaltatrici".
Non è stato possibile al momento avere un commento da Valentino.
Il gruppo francese Kering (EPA:PRTP) nel luglio 2023 ha acquisito il 30% di Valentino dal fondo del Qatar Mayhoola che controlla il marchio del lusso italiano. Kering ha un’opzione per salire al 100% di Valentino entro il 2028.
Si tratta del quarto intervento di questo tipo adottato dal Tribunale di Milano nei confronti di società della moda e del lusso, dopo quelli disposti per Alviero Martini, per una società del gruppo Armani e per una controllata italiana del gruppo francese Christian Dior, del gigante del lusso Lvmh.
Tutte e tre queste amministrazioni giudiziarie sono state poi revocate in anticipo rispetto all’anno previsto, perché le tre società hanno adottato i cambiamenti chiesti dal Tribunale per il controllo della loro supply-chain.
In quest’ultimo caso i carabinieri del nucleo tutela lavoro di Milano hanno fatto ispezioni in 7 opifici cinesi nei dintorni di Milano (che producevano borse in subappalto per Valentino), in cui hanno identificato 67 lavoratori, di cui 7 in nero e 3 immigrati clandestini.
Negli stabilimenti di produzione effettiva - si legge in un comunicato dei carabinieri - è stato riscontrato che la lavorazione avveniva in condizione di sfruttamento (pagamento sotto soglia, orario di lavoro non conforme, ambienti di lavoro insalubri ecc.), in presenza di gravi violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro nonché ospitando la manodopera in dormitori realizzati abusivamente ed in condizioni igienico sanitarie sotto minimo etico.
(Emilio Parodi, editing Stefano Bernabei, ; +39 06 8030 7744)