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“Wall Street è bearish, il che è positivo”: BofA vede S&P 500 a 4400 nei prossimi 12 mesi

Pubblicato 03.01.2023, 13:46
© Reuters.
US500
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Di Senad Karaahmetovic

Gli esperti di strategie di Wall Street sono sempre più ribassisti sui titoli azionari, secondo gli analisti di Bank of America.

Questo potrebbe essere bullish per le azioni, poiché l’allocazione azionaria di consenso è stata storicamente “un indicatore contrario affidabile”, scrivono gli esperti in una nota per i clienti.

Il Sell Side Indicator (SSI) di Bank of America, che tiene conto dell’allocazione media raccomandata alle azioni dagli esperti sell-side statunitensi, è in territorio “neutrale” con una lettura del 53%.

“Sebbene l’indicatore abbia iniziato l’anno a meno di un punto percentuale dal segnale “Sell”, ha concluso l’anno a solo 1,5 punti percentuali da “Buy”, il più vicino a “Buy” dal 2017”, hanno aggiunto gli esperti di strategie.

Bank of America ha fissato a 4000 l’obiettivo di fine anno per l’S&P 500. Tuttavia, l’SSI suggerisce che l’S&P 500 potrebbe registrare “un rendimento atteso del +16% nei prossimi 12 mesi (circa 4400 per l’S&P 500)”.

“Storicamente, quando l’SSI si è attestato ai livelli attuali o inferiori, i successivi rendimenti dell’S&P 500 a 12 mesi sono stati positivi il 95% delle volte (contro l’81% dell’intera storia) e il rendimento medio a 12 mesi è stato del +21%”, hanno aggiunto gli esperti.

E sottolineano il “forte calo del sentiment” come uno dei motivi principali per cui BofA è più costruttiva sulle azioni nel 2023.

“L’allocazione media raccomandata alle azioni è diminuita di 6 punti percentuali nel 2022, mentre l’S&P 500 è sceso del 19%. Nel frattempo, l’allocazione media raccomandata alle obbligazioni è aumentata di 6 punti percentuali, raggiungendo il 34% e portando il rapporto tra allocazione azionaria e obbligazionaria al livello più basso dal 2016, pari a 1,6x (rispetto alla media post-GFC di 1,8x). Analogamente, il Global Fund Manager Survey di BofA mostra che il posizionamento relativo degli investitori in azioni rispetto alle obbligazioni è al livello più basso dal 2009. Ma la mossa potrebbe essere giustificata, dato che l’attrattiva relativa delle azioni rispetto alle obbligazioni è stata spazzata via”, concludono gli esperti.

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