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Websoft, frenano ricavi giganti web post pandemia, Amazon prima - studio

Pubblicato 30.11.2022, 15:27
Aggiornato 30.11.2022, 15:36
© Reuters. Il logo di Amazon è visibile all'esterno del suo centro di distribuzione JFK8 a Staten Island, New York, Stati Uniti, 25 novembre 2020.  REUTERS/Brendan McDermid/File Photo

MILANO (Reuters) - Amazon (NASDAQ:AMZN) si conferma prima azienda websoft al mondo per ricavi e forza lavoro e anche in Italia traina il comparto dei giganti del web con un fatturato superiore a 2,8 miliardi di euro e 11.911 addetti su un complessivo del settore di circa 23.000 lavoratori. Al fisco italiano sono andati 150 milioni lo scorso anno da parte delle filiali dei giganti del websoft.

E' quanto emerge dall'indagine annuale sui maggiori gruppi mondiali software & web, realizzata dall'area Studi Mediobanca (BIT:MDBI). Lo studio analizza i dati dei primi nove mesi 2022 e del triennio 2019-2021 delle 25 maggiori websoft internazionali, con ricavi superiori a 12 miliardi di euro ciascuna, di cui 11 hanno sede negli Stati Uniti, nove in Cina, due in Germania e Giappone e una in Corea del Sud.

Rispetto al boom della pandemia, emerge un ridimensionamento della crescita di questi giganti nei primi nove mesi dell'anno. Tra gennaio e settembre, infatti, i maggiori operatori mondiali del websoft crescono solo in termini di fatturato aggregato (+9,5% sui primi nove mesi 2021), con asimmetrie a livello geografico: il Nord America (+13,7%) tiene più di Europa e Asia la cui crescita è limitata a una singola cifra (rispettivamente +8,2% e +6,6%), con l'America Latina in forte accelerazione (+24,9%), sottolinea lo studio.

Il ritorno alla normalità si riflette nel rimbalzo dei comparti più penalizzati dalla pandemia, come la "sharing mobility" che vede un balzo dei ricavi su base annua del 111,6% e le vendite online di viaggi (+55,5%). Incremento più contenuto, invece, per quei settori che avevano beneficiato dei cambiamenti nelle abitudini dei consumatori: food delivery (+27%), cloud (+21,3%) ed e-commerce (+3,8%).

Il diretto riflesso di questo ridimensionamento lo si avverte nella redditività operativa con un crollo degli utili netti (-42%) sui primi nove mesi del 2021, dettaglia l'analisi.

A livello di singoli gruppi, nei primi nove mesi si registra l'impennata dei ricavi delle statunitensi Uber (NYSE:UBER) (+99,3%), Booking (+63,5%) ed Expedia (+43,2%).

Per quanto riguarda la Borsa, dopo il picco di capitalizzazione raggiunto nel dicembre 2021 (8.628 miliardi), il 2022 registra la prima flessione significativa con un crollo del 29,2% al 18 novembre 2022. A fine 2021 la capitalizzazione delle 25 maggiori WebSoft valeva l'8,3% del valore complessivo delle borse mondiali, mentre attualmente si ferma al 6,6%.

Nel confronto con l'Italia le aziende WebSoft valgono dieci volte l'intera Borsa italiana. Il podio di Borsa è occupato da Microsoft (NASDAQ:MSFT) (1.735 miliardi), Alphabet (NASDAQ:GOOGL) (1.219 miliardi) e Amazon (927 miliardi).

GIRO D'AFFARI 2021 PARI A 90% PIL ITALIANO

I dati sul 2021 danno un'idea dei numeri impressionanti del settore web: il giro d'affari aggregato delle 25 maggiori WebSoft mondiali ha toccato quota 1.584 miliardi, pari al 90% del Pil italiano. Stati Uniti e Cina si sono spartite la quasi totalità dei ricavi: il 67% del fatturato WebSoft è stato generato dai colossi statunitensi, il 28% da quelli cinesi e solo il 5% dai gruppi di altri Paesi. E la pandemia ha ulteriormente evidenziato il divario di velocità di crescita tra le WebSoft e le multinazionali manifatturiere: mentre le prime hanno accelerato (+50% i ricavi 2019-2021), le seconde hanno segnato solo un +7,6%.

Inoltre, il giro d'affari è sempre più concentrato: i primi tre player, Amazon, Alphabet e Microsoft, rappresentano la metà dei ricavi aggregati, con Amazon (414,8 miliardi, di cui il 50,9% generato dal retail), in prima posizione dal 2014, che ne concentra da sola oltre un quarto, evidenzia l'indagine dell'Area studi Mediobanca.

WEBSOFT E FISCO

Nel 2021 circa il 30% dell'utile ante imposte delle 25 maggiori WebSoft mondiali è stato tassato in Paesi a fiscalità agevolata, con conseguente risparmio fiscale di 12,4 miliardi nel 2021 e di 36,3 miliardi nel triennio 2019-2021. L'aliquota media risulta pari al 15,4% nel 2021, inferiore a quella teorica del 21,9%. Di conseguenza, nel periodo 2019-2021 la tassazione in Paesi a fiscalità agevolata ha determinato per Tencent, Microsoft e Alphabet un risparmio fiscale rispettivamente di 13,4 miliardi, 6,9 miliardi e 5,2 miliardi.

Dallo studio emerge che un accordo fra Paesi sulla Global minimum tax farebbe salire la tassazione effettiva al 16,3%, consentendo una maggiore redistribuzione delle base imponibile fra i Paesi.

© Reuters. Il logo di Amazon è visibile all'esterno del suo centro di distribuzione JFK8 a Staten Island, New York, Stati Uniti, 25 novembre 2020.  REUTERS/Brendan McDermid/File Photo

FILIALI ITALIANE

Infine, le aziende websoft sono presenti in Italia tramite società controllate, ubicate in gran parte al Nord, soprattutto a Milano e provincia. Il fatturato aggregato delle filiali italiane ha raggiunto 8,3 miliardi nel 2021. Quanto al fisco, lo studio sottolinea che nel 2021 le filiali dei giganti del websoft hanno versato all'erario italiano quasi 150 milioni per un tax rate effettivo del 25,1%. Considerando anche l'accantonamento per il pagamento della Digital service tax, il tax rate salirebbe al 33,5%.

(Giancarlo Navach, editing Stefano Bernabei)

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