LONDRA (Reuters) - Le quotazioni del greggio Brent ritracciano ma rimangono sopra i 60 dollari al barile sostenute dalla decisione dell'Arabia Saudita di ritoccare verso l'alto i prezzi e dagli attacchi aerei e incursioni di militanti agli impianti petroliferi in Libia.
In una mossa vista come un segnale di fiducia dell'Arabia Saudita in una ripresa della domanda, il paese cardine dell'Opec ha aumentato ieri i prezzi di vendita ufficiali per le sue forniture di petrolio in Asia e negli Stati Uniti.
"Questo è un segnale che i prezzi hanno toccato il fondo, perché significa che l'Arabia Saudita è fiducioso di potere aumentare i prezzi senza avere paura di perdere quote di mercato", ha detto Tony Nunan, risk manager a Mitsubishi a Tokyo.
Nelle ultime sette settimane il Brent è risalito dai minimi dei sei anni attorno a quota 45 dollari fino a superare i 60 dollari al barile nonostante i continui timori sull'eccesso di capacità produttiva a livello globale.
Per la giornata odierna il mercato attende i dati dell'Eia sulle scorte settimanali di prodotti petroliferi.
Attorno alle 12,45 italiane il futures sul Brent scadenza aprile cede 43 centesimi a 60,59 dollari al barile, mentre i derivati del greggio Usa guadagnano 19 centesimi a 51,71 dollari.
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