MILANO (Reuters) - James Joseph Pallotta, presidente e azionista di maggioranza della Roma, smentisce seccamente di avere in corso negoziati per la cessione di una quota del club giallorosso con la conglomerata cinese Evergrande Group.
Una fonte vicina alla situazione ha riferito a Reuters, dopo indiscrezioni stampa, di negoziati in corso tra il finanziere Usa e il gruppo cinese sull'assetto azionario della squadra di calcio della capitale.
Al telefono con Reuters, Pallotta ha detto: "Non ho mai, mai, mai parlato con Evergrande o con altri in Cina. Non stiamo negoziando con nessuno".
Pallotta ha definito "speculazioni ridicole, 'bullshit'" le voci che circolano, aggiungendo che continuare a diffonderle è "completamente irresponsabile".
Il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni, ha sostenuto le stesse posizioni di Pallotta.
Un portavoce di Evergrande ha detto di "non aver sentito nulla a proposito di questa notizia o investimento".
Secondo quanto riferito a Reuters da una fonte vicina alla situazione, Evergrande avrebbe intavolato una trattativa con l'attuale azionista di maggioranza della Roma per rilevare una partecipazione.
I cinesi inizialmente entrerebbero nella società calcistica con una quota vicina al 30% del capitale, ma avrebbero un'opzione call per salire alla maggioranza, secondo la fonte.
La valutazione del club giallorosso alla base del negoziato è ancora in discussione.
L'attuale azionariato della Roma vede Neep Roma Holding Spa, veicolo che fa capo a Pallotta, al 78,038% del capitale. Pallotta è socio del club giallorosso dall'agosto 2011, ma ne è divenuto il principale azionista solo tre anni dopo, acquistando il 31% del capitale da UniCredit (MI:CRDI).
Ieri Evergrande ha annunciato la vendita di asset non core per 2,7 miliardi di yuan (circa 360 milioni di euro). Nata nell'immobiliare, la conglomerata cinese si è allargata ad altri settori, tra cui prodotti alimentari e petrolio, e ha accumulato un indebitamento di 57 miliardi di dollari (dato alla fine di giugno), il secondo più elevato tra le aziende cinesi, dopo aver, tra l'altro, investito 2,2 miliardi in Vanke, colosso immobiliare oggetto di una battaglia per il controllo.
Pechino ha da qualche tempo messo nel mirino il calcio italiano. Fininvest ha firmato un accordo per vendere ad un consorzio di investitori cinesi il Milan per 740 milioni di euro. Il closing è atteso entro l'anno.
Nel giugno scorso, poi, Suning ha raggiunto un accordo per acquistare il 68,55% dell'Inter per 270 milioni di euro.
(Massimiliano Di Giorgio, Massimo Gaia)
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