di Olaf Storbeck
LONDRA (Reuters) - (L'autore è un editorialista di Reuters Breakingviews. Le opinioni che esprime sono personali)
La decisione della cancelliera Angela Merkel di accogliere circa un milione di rifugiati nel 2015 ha determinato importanti sfide politiche e logistiche ma anche un inaspettato risvolto economico: Berlino allenterà l'eccessivo focus sull'austerità fiscale. Per fronteggiare l'immigrazione ci sarà una spesa pubblica aggiuntiva di 31 miliardi nel 2016 e 2017, secondo le stime dell'Istituto tedesco per la ricerca economica.
Il centro studi berlinese prevede che dovranno essere costruiti nuovi rifugi per l'accoglienza, bisognerà sfamare le persone e predisporre altri corsi di lingua. Inoltre il governo dovrà decidere di aumentare il personale dell'Autorità per l'immigrazione e per la Polizia di frontiera. E poiché queste spese non saranno finanziate con risparmi su altri capitoli di bilancio o con l'aumento delle tasse, i maggiori flussi di spesa si trasformeranno in un programma di stimolo economico.
In numeri, lo sforzo aggiuntivo sarà pari a circa i 2/3 del programma di emergenza attivato da Berlino durante la recessione del 2009. Il surplus di bilancio sul Pil, salito a 0,8% nel 2015, sarà dimezzato, secondo l'istituto di ricerca.
Il programma straordinario di spesa per gli immigrati, secondo i calcoli di Breakingviews basati sulle stime della Bundesbank, aggiungerà uno 0,25% di aumento del Pil nel 2016 e nel 2017, portando la crescita totale nel 2016 all'1,7% e nel 2017 all'1,9%. Secondo Deutsche Bank, nel 2016 l'economia tedesca sarà una di quelle a maggior crescita nell'eurozona, dopo Irlanda e Spagna.
Già la crescita dell'economia tedesca viene vista relativamente forte, grazie ai soli fattori interni. Un effervescente mercato del lavoro ha spinto l'occupazione a livelli record. I salari reali stanno aumentando, mentre la pressione fiscale e il tasso di risparmio stanno declinando. La spesa per consumi è cresciuta nel 2015 al ritmo più sostenuto degli ultimi 15 anni e ci si aspetta che acceleri ancora. Il saldo con l'estero genererà poco o nessun aumento del Pil nel 2016 e così l'insana dipendenza dell'economia di Berlino dal traino dell'export diventerà un problema del passato. E questa è una buona notizia per l'intera area dell'euro.
Ci sarebbero motivi politici per spendere. Una salutare crescita economica e una bassa disoccupazione fanno vincere le elezioni e la cancelliera Angela Merkel dovrà affrontarle nel 2017. Ma c'è una eguale spinta in favore di una saggia politica di spesa. La sfida che deciderà il successo del prossimo leader del paese non sarà solo quella di trovare un tetto ai migranti, ma di integrarli adeguatamente nell'economia e nella società.