Di Leandro Manzoni
Investing.com - Le elezioni presidenziali in Brasile si avviano verso il secondo turno tra l'ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT) e l'attuale presidente Jair Bolsonaro (PL). Con il 96,1% dei seggi scrutinati, Lula è in testa alla corsa presidenziale con il 47,77% dei voti validi, mentre Bolsonaro è subito dietro con il 43,77%.
Lo spoglio si è discostato da quello che i sondaggi elettorali indicavano fino a ieri, quando c'era la possibilità che le elezioni si concludessero questa domenica al primo turno. "I sondaggi si sono sbagliati e non hanno colto la forza di Bolsonaro a San Paolo e Rio de Janeiro", afferma Fabio Pereira de Andrade, professore di Pubblica Amministrazione e Governo, politologo ed economista all'ESPM.
I sondaggi davano Lula in vantaggio nel più grande Stato del Brasile e un pareggio tecnico con Bolsonaro a Rio de Janeiro. A San Paolo, Bolsonaro ha vinto con il 47,77% dei voti validi, contro il 40,81% dell'ex presidente dopo lo scrutinio del 98,44% delle schede. A Rio de Janeiro, l'attuale presidente ha il 50,83% con il 96,67% dei voti scrutinati, contro il 40,78% di Lula.
"Sia a San Paolo che a Rio de Janeiro, gli istituti hanno avuto difficoltà a determinare la dimensione della popolazione con reddito tra i 2 e i 5 salari minimi come selezione dei comuni dell'interno, in questo caso senza cogliere la forza dell'interno [degli Stati]", valuta il professore.
La forza di Bolsonaro
Il professore sottolinea che l'attuale presidente è un politico forte e popolare, e l'occupazione della carica contribuisce a rafforzarlo. Inoltre, c'è stata l'espansione del suo capitale politico attraverso la PEC di calamità pubblica che ha rafforzato il programma di trasferimento di denaro e ridotto le tasse sul carburante e sull'elettricità.
"L'opposizione ha forse facilitato il compito avendo votato a favore della PEC", aggiunge de Andrade.
Con l'elezione dei candidati di Bolsonaro al Senato e la rielezione dei governatori Romeu Zema (MG) e Claudio Castro (RJ), Bolsonaro si presenta forte al 2° turno. "Il Senato avrà il suo volto e le sue sembianze", dice il professore. Durante il mandato di Bolsonaro, il Senato è stato il tallone d'Achille di Bolsonaro, dove, ad esempio, si è insediata la Covid CPI.
Anche se il voto è stato simile al risultato del primo turno delle presidenziali del 2006, il professore ritiene che l'attuale controversia sarà simile al secondo turno delle elezioni presidenziali del 2006.
"Dilma aveva la militanza e l'impegno di Lula [nel 2014]", dice il professore. Ora, il PT dovrà affrontare un altro candidato con una forte militanza e impegno. La strategia del PT è quella di rafforzare la MG e prendere la differenza dalla RJ, cosa che sarà difficile", aggiunge il professore.
Trasferimento dei voti dei perdenti
Ciro Gomes (PDT) e Simone Tebet (MDB) sono stati gli sconfitti della serata. Ma l'attenzione continua a concentrarsi sul loro sostegno al secondo turno. Tebet ha ottenuto il 4,22% dei voti, mentre Ciro il 3,06%.
"La retorica di Ciro era di neutralità nel 1° turno, ma i suoi voti sono già migrati verso Bolsonaro e Lula", dice il professore.
Per quanto riguarda Tebet, Andrade sottolinea che parte dell'MDB ha fatto campagna per Lula già al primo turno in alcune zone del Nordest. "Tebet ha tenuto un discorso duro contro entrambi, ma più critico nei confronti di Bolsonaro", afferma. Pertanto, Andrade ritiene che Tebet tenda a sostenere Lula in funzione dei negoziati ministeriali, compreso un futuro ministero.