Investing.com – Secondo giorno di consultazioni per il Premier incaricato, Mario Draghi, dopo la sfilata dei piccoli gruppi parlamentari di Camera e Senato arrivata nella giornata di ieri.
Oggi Draghi incontrerà alcuni dei maggiori parti quali il Partito Democratico, Leu, Italia Viva e nel primo pomeriggio Fratelli d’Italia.
Un governo tecnico-politico
Secondo insistenti rumor sulla composizione del governo, il modello a cui si punterebbe è quello Ciampi, composto da un mix di ministri ‘tecnici’ di alto profilo che affiancheranno il Premier su alcuni temi delicati come l’economia, la giustizia e la sanità, a cui si aggiungeranno i rappresentanti dei partiti, se non addirittura i leader.
Chiuso nel riservo assoluto, Draghi vorrebbe dare una risposta più corale possibile all’appello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In questo senza, girano voci di un governo di tutti senza Fdi e parte della sinistra, mentre le posizioni di alcuni partiti restano ancora un’incognita.
Tra i temi ‘caldi’ per il governo, il piano vaccinale quale premessa per la ripresa economica, il Recovery Plan, l’occupazione, i giovani e la scuola.
Draghi "ha una visione", commentano fonti dell’Ansa. "Si vede che è abituato a far oscillare i mercati con le sue frasi: ogni parola al suo posto", si stupisce un deputato, raccontando che “ai gruppi chiede proposte e spunti, prende appunti, si sente dire a più riprese che il governo deve essere politico, che i gruppi parlamentari vanno ascoltati. Batte molto - questo lo riferiscono tutti - sul tasto della campagna vaccinale”.
Per il momento, i mercati continuano a puntare su Draghi, con lo spread che scende ai 100 punti, ai minimi dal 2015 e il Ftse Mib sopra i 23.100 punti.
I possibili nomi del governo Draghi
Dall’Ansa lanciano l’ipotesi di un interim del premier all’Economia, oppure di un nome di un tecnico di sua fiducia come Daniele Franco, Luigi Ferderico Signorini (Bankitalia) e Daniele Scannapieco (Bei), mentre sembra meno probabile la conferma dell’uscente Roberto Gualtieri, tra l’altro gradito a Confindustria.
Per quanto riguarda la Giustizia, si parla di Marta Cartabia o Paola Severino, mentre alla Sanità l’Ansa cita Ilaria Capua, oppure la conferma di Roberto Speranza. Agli interni Luciana Lamorgese potrebbe restare, anche se su quel ministero pesa l'incognita Lega. Carlo Cottarelli potrebbe entrare in squadra così come la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni.
Tra i politici, Nicola Zingaretti non sembra essere contrario al suo ingresso, mentre le alternative potrebbero essere Lorenzo Guerini, Dario Franceschini o Andrea.
Ingresso nel governo escluso da Giuseppe Conte, la cui adesione potrebbe influenzare la posizione del M5S, mentre conferma possibile per Luigi Di Maio.
Stessa decisione per Matteo Renzi, dichiaratosi non interessato, mentre potrebbe indicare Ettore Rosato o Maria Elena Boschi. Per Fi Antonio Tajani. Per la Lega, naturalmente, Giancarlo Giorgetti o un tecnico d'area.
Il centrosinistra
I partiti del centro sinistra, dal PD a Leu, passando per l’autore della crisi, Matteo Renzi con la sua Italia Viva, hanno aderito al ‘progetto Draghi’.
Il segretario Nicola Zingaretti ha spiegato che non metterà paletti al perimetro della maggioranza perché è “compito di Draghi”, mentre i dem “offriranno i contenuti”.
Renzi si era subito precipitato a sostenere Draghi, anche in chiave anti Conte: "A chi mi domanda perché la crisi rispondo semplice: se dobbiamo spendere 200 miliardi di euro preferisco li spenda Draghi che Conte. Poi il governo Draghi lo fa nascere il Parlamento su indicazione di Mattarella, non il sottoscritto”.
Il Movimento 5 Stelle
Più complessa la situazione nel Movimento 5 Stelle, la sua posizione è apparsa abbastanza ‘fluida’. Dopo una prima pioggia di dichiarazioni anti-Draghi, in particolare da Di Battista, sembrerebbe che alcuni leader del movimento come Di Maio e Grillo abbiamo ‘passato il Rubicone’ accettando l’ipotesi di appoggiare il nuovo governo. Un’adesione del M5S permetterebbe alla maggioranza di essere la stessa che ha sostenuto il secondo governo Conte, rendendo sempre più difficile trovare una ragione alla crisi politica.
Di Battista, però, nella notte è tornato a esprimere la sua contrarietà: “Pensate che sarà possibile portare avanti battaglie sulla legalità e sulla giustizia stando al governo con Berlusconi?”.
Il M5S si recherà da Draghi sabato mattina e probabilmente la delegazione vedrà la presenza anche di Beppe Grillo.
Il centrodestra
Incassato l’appoggio di Silvio Berlusconi, Draghi incontrerà la Lega sempre sabato mattina, ultima forza politica in programma.
Se Matteo Salvini aveva dichiarato “O noi o Grillo”, si registrano i tentativi di Giancarlo Giorgetti e di Luca Zaia per far cambiare idea al leader della Lega.
Secondo il governatore del Veneto il segretario “saprà muoversi con senso di responsabilità nei confronti del Paese, e anche responsabilità nei confronti della nostra identità” affrontando il colloquio “senza pregiudizi”, dice a Il Corriere della Sera. E apertura nei confronti di Draghi arriva anche da un euroscettico come Alberto Bagnai, responsabile economia del Carroccio: “È pragmatico e saprà gestire il Recovery”, spiegava a La Stampa.
Più netta la posizione di Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, comunicata su Instragram: "Sarò chiara. Non c'è alcuna possibilità di una partecipazione o anche di un sostegno da parte di Fratelli d'Italia al governo Draghi. Gli italiani hanno il diritto di votare. Continuiamo a lavorare per tenere il centrodestra unito e portare gli italiani alle elezioni. Fatevene una ragione”.