Investing.com – Ad un primo esame, ed in attesa di poterne meglio esaminare i dettagli, piace il Def di Renzi, sia alla Ue che al Fmi i quali ne apprezzano l’impostazione, soprattutto per quanto riguarda il finanziamento degli annunciati tagli fiscali tramite l’avvio della spending review e con il preciso impegno a rispettare il patto di stabilità.
Rimane ovviamente completamente in campo la richiesta europea verso l’Italia affinché si impegni a raggiungere, nel medio termine, il pareggio di bilancio in termini strutturali, per avviare la riduzione del pesante debito pubblico.
Sul governo giunge il pressing di Confindustria che, pur giudicando le riforme come un salutare accelerazione riformatrice del Paese, richiede concretezza negli atti e una maggior decisione nel tagliare i costi del lavoro.
Delusa in questa fase l’Abi che si vede richiedere una maggiore tassazione sulla rivalutazione delle quote di Banca d’Italia.
Commento sostanzialmente positivo, ma non senza riserve, quello della leader Cgil Susanna Camusso; giusto nelle sue scelte fondamentali ma carente dal lato dello sviluppo, viene giudicato il Def dal segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni.
Risoluto il premier Renzi che considera il Def un punto di partenza per un certo riequilibrio sociale con richieste di sacrifici a chi ha ricevuto di più ( vedi banche) e con l’adozione di limiti degli stipendi ai dirigenti pubblici; in una intervista Renzi ha preannunciato l’avvio di una campagna on line con la quale verrà chiesta ai cittadini di suggerire in che direzione debbano andare i prossimi tagli di spesa.