Il rating S&P di Israele resta stabile ad ’A/A-1’, persiste l’outlook negativo

EditorLuke Juricic
Pubblicato 09.05.2025, 23:10
© Reuters

Investing.com — Il 09.05.2025, S&P Global Ratings ha confermato i rating di credito sovrano ’A/A-1’ a lungo e breve termine in valuta estera e locale per Israele, mantenendo un outlook negativo. Il rating è influenzato dai solidi fondamentali macroeconomici di Israele, tra cui un’economia diversificata e adattabile. Tuttavia, i continui conflitti militari a Gaza, in Libano e in Siria continuano a rappresentare elevati rischi per la sicurezza della nazione.

L’outlook negativo riflette la possibilità che il conflitto tra Israele, Hamas e altri proxy iraniani possa indebolire significativamente l’economia israeliana, le finanze pubbliche e la bilancia dei pagamenti, specialmente in caso di escalation. I rating potrebbero essere abbassati nei prossimi 24 mesi se i conflitti militari dovessero ulteriormente ostacolare la crescita economica del paese, la posizione fiscale e la bilancia dei pagamenti.

D’altra parte, l’outlook potrebbe essere rivisto a stabile se si riducesse la probabilità di un’escalation militare e diminuissero i più ampi rischi per la sicurezza. I punti di forza del credito di Israele includono la sua economia ricca e diversificata, la sua consistente posizione patrimoniale netta esterna e i benefici derivanti da un’impostazione monetaria flessibile e da un pool relativamente profondo di risparmio interno.

La risoluzione del conflitto Israele-Hamas appare lontana, con potenziali impatti sulla crescita a lungo termine e sulle finanze pubbliche di Israele. L’evoluzione del conflitto è largamente influenzata dalla posizione dell’amministrazione statunitense, attualmente imprevedibile.

I dazi commerciali statunitensi influenzeranno l’economia israeliana sia direttamente che indirettamente. Nonostante ciò, si prevede che la crescita del PIL si riprenderà al 3,3% nel 2025, in aumento rispetto al modesto 0,9% dell’anno precedente. I rischi geopolitici e di sicurezza che Israele deve affrontare rimangono molto elevati. L’intensità delle attività militari riprese a Gaza è aumentata e, insieme al coinvolgimento militare attivo di Israele nei confinanti Libano e Siria, si prevede che l’ambiente di sicurezza per Israele rimarrà difficile.

Le prossime elezioni parlamentari regolari in Israele sono previste per ottobre 2026. Nonostante le incertezze politiche, si prevede che la crescita del PIL israeliano si riprenderà al 3,3% quest’anno, sostenuta da investimenti e consumi più forti, in parte supportati da politiche fiscali espansive.

Si prevede che il deficit del governo generale rimarrà ampio al 5% del PIL, in media, nel medio termine. Si stima che il debito netto del governo generale raggiungerà il 69% del PIL entro il 2028. Tuttavia, la struttura di questo debito è vista favorevolmente; è emesso principalmente a lungo termine, detenuto principalmente a livello nazionale e denominato in valuta locale.

Il profilo esterno di Israele rimane forte, con il paese che registra un surplus di conto corrente da decenni. Le riserve internazionali lorde del paese hanno superato i livelli pre-bellici, raggiungendo €219 miliardi (40% del PIL) alla fine di marzo 2025. Questo sostanziale cuscinetto offre a Israele margini di manovra politica.

Il sistema bancario israeliano rimane resiliente, ben capitalizzato e redditizio. Negli ultimi 12 mesi, il deterioramento della qualità degli attivi delle banche è stato contenuto, con i prestiti non performanti che rappresentano solo l’1% del totale dei prestiti.

Questo articolo è stato generato e tradotto con il supporto dell’intelligenza artificiale e revisionato da un redattore. Per ulteriori informazioni, consultare i nostri T&C.

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