MILANO (Reuters) - Nel 2020, il calo di compravendite e prezzi delle abitazioni residenziali in Italia è stato attutito dall'attività nei centri urbani minori, che ha registrato un rallentamento più contenuto rispetto alle grandi città.
E' quanto emerge dal primo Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2021 di Nomisma.
Nel 2020 le compravendite residenziali in Italia sono calate del 7,7%, "un esito migliore anche delle attese più ottimistiche, a cui ha concorso il dinamismo registrato fuori dai maggiori centri urbani", spiega l'istituto bolognese.
"La ricerca di migliori condizioni di accessibilità economica o di dotazioni accessorie, di cui si è ravvisata la carenza in un anno di forzosa permanenza domestica, nonché la volontà di acquisto di seconde case in località diverse rispetto a quelle di abituale permanenza, hanno determinato un temporaneo cambiamento della composizione del mercato", si legge nel rapporto.
Una tale dinamica si riflette anche nei prezzi: -2% nelle aree urbane e -0,7% in quelle intermedie.
Per quanto riguarda il futuro Nomisma prevede che i prezzi medi degli immobili nelle 13 grandi città italiane possa continuare a scendere nel 2021 (-1,1%), per poi stabilizzarsi nel 2022 (0,0%) e riprendere a salire nel 2023 (+0,8%).
L'istituto nota che il mercato immobiliare ha beneficiato della fiducia del settore bancario sulle capacità di rimborso, sottolineando però che "il differimento temporale degli effetti sul mercato del lavoro, dovuto al congelamento delle possibilità di esodo, parrebbe tuttavia aver indotto una sottovalutazione della potenziale rischiosità di parte delle richieste di finanziamento".
Nomisma rileva come i nuclei meno esposti alla crisi si siano indirizzati verso impieghi immobiliari.
"Se, infatti, la recessione indotta dalla pandemia ha fortemente indebolito la capacità reddituale di parte delle famiglie, è altrettanto evidente come l'asimmetria nella distribuzione della ricchezza, associata ad una limitazione delle possibilità di impiego, abbiano ampliato le disponibilità finanziarie che i nuclei finora meno esposti alla crisi hanno inteso indirizzare verso l’immobiliare", si legge nel documento.
Il mercato non residenziale ha visto cali più accentuati nel 2020 dei prezzi di uffici (-3,2% nelle grandi città, -1,5% nelle città intermedie) e di negozi (-3,3 nelle grandi e -2% nelle città intermedie). E anche le prospettive di ripresa sono attese più lente. Nomisma stima che i prezzi resteranno negativi fino al 2022 per poi mostrare una lieve ripresa nel 2023.
(Elisa Anzolin, in redazione a Roma Francesca Piscioneri)