ROMA (Reuters) - Nel 2017 in Italia emerge un netto miglioramento in termini di soddisfazione rispetto alla propria situazione economica anche se permane una marcata divisione tra Nord e Sud e l’uscita dalla crisi “appare ancora lontana”.
Sono questi i principali risultati dell’indagine Acri-Ipsos condotta tra fine settembre e inizio ottobre in vista della 92esima Giornata mondiale del risparmio.
La situazione che si delinea indica un “lento ritorno alla normalità”, spiega il sondaggista Nando Pagnoncelli: “Paura e preoccupazioni, pur ancora presenti, stanno lasciando spazio a un atteggiamento più tranquillo e fiducioso nel futuro. La percezione della crisi, per la prima volta, sembra attenuarsi, cosa che si riverbera su una maggiore propensione al consumo, anche a scapito del risparmio".
Cambia la percezione dell’Europa: gli italiani divengono meno negativi e – pur criticando l’eccesso di regole – riescono a comprendere, più che nel recente passato, la positività del quadro generale.
La soddisfazione rispetto alla propria situazione economica “torna ai massimi del periodo post euro”, dice Pagnoncelli.
Secondo l’indagine, il 56% della popolazione è soddisfatto, con un incremento di 5 punti percentuali rispetto al 2016.
Si conferma tuttavia l’immagine di un’Italia divisa: il miglioramento è concentrato nel Nord, soprattutto nel Nord-Ovest.
In questo quadro, rimangono costanti coloro che si trovano in una situazione di grande insoddisfazione: negli ultimi 3 anni sono stabilmente al 15%.
“Dunque, la situazione si sta polarizzando in due direzioni: il Nord sembra avere più risorse per migliorare la propria situazione rispetto al Centro-Sud; si allarga la forbice tra chi se la cava e chi rimane in seria difficoltà”.
Coloro che vedono migliorare la propria situazione sono il 6% nel 2017, come nel 2016 (erano il 5% nel 2015, il 4% nel 2014, il 2% nel 2013), mentre sono in aumento di 3 punti percentuali coloro che dichiarano di aver mantenuto con facilità il proprio tenore di vita (35%, nel 2016 erano il 32%).
Guardando al futuro, il numero dei fiduciosi sul miglioramento della propria situazione personale è nettamente superiore a quello degli sfiduciati (12% gli sfiduciati, 22% i fiduciosi, saldo +10 a favore di questi ultimi) ed è stabile rispetto al 2016 (il saldo era sempre +10).
Il lascito della crisi emerge soprattutto quando si chiede agli intervistati cosa pensano sulle prospettive per l’Italia, che sono ritenute non ancora positive, sebbene la negatività si sia ridotta molto.
“Gli italiani che ritengono che l’economia italiana peggiorerà nei prossimi anni prevalgono su quanti si attendono un miglioramento: il saldo tra ottimisti e pessimisti è -4, ma solo 12 mesi fa era -12 (nel 2014 il saldo era -15; -23 nel 2013, addirittura -35 nel 2007)".
Oggi poco più di un italiano su quattro è fiducioso sul futuro dell’Italia (il 28%), mentre gli sfiduciati sono il 32%, il 37% degli italiani ritiene che la situazione rimarrà inalterata; il 3% non sa cosa pensare.
(Giuseppe Fonte)