ROMA (Reuters) - La proposta della minoranza Pd di una nuova legge elettorale per sostituire il cosiddetto Italicum, entrato in vigore da meno di un mese, non sembra scaldare per il momento gli altri partiti, che guardano soprattutto al referendum costituzionale per valutare la tenuta del governo di Matteo Renzi.
Il sistema proposto ieri da una parte della "opposizione" interna democratica (quella che fa capo all'ex segretario Pier Luigi Bersani) prevede un turno unico con premio di maggioranza (fino ad arrivare a un massimo di 350 deputati), basato in gran parte su collegi uninominali e aperto alla possibilità di coalizioni.
L'attuale legge elettorale, voluta da Renzi, è invece a doppio turno (a meno che un partito non raggiunga il 40% già al primo turno), è basata su piccoli collegi con meno di 10 candidati, esclude le coalizioni e prevede una soglia di sbarramento per evitare l'ingresso di troppi partiti, nonché un premio di maggioranza per il vincitore (che avrebbe 340 seggi).
Anche altre componenti del Pd hanno avanzato proposte di modifica della legge, apparentemente per il timore che l'Italicum porti alla vittoria del Movimento Cinque Stelle al ballottaggio. Il presidente del Pd Matteo Orfini, alleato di Renzi, ha proposto un sistema alla "greca", a turno unico con premio di maggioranza per il primo partito. Il ministro della Cultura Dario Franceschini, altro stretto alleato del premier, chiede invece un sistema che incoraggi le coalizioni.
Anche l'Ncd, il piccolo partito del ministro Angelino Alfano, vorrebbe una modifica, perché rischia di non superare la soglia di sbarramento. In autunno Alfano vorrebbe lanciare un nuovo partito moderato, con l'obiettivo di unire i centristi e collaborare con il Pd.
"Noi pensiamo che il premio alla coalizione invece che alla lista, l'eliminazione del ballottaggio e fare in modo che vinca chi arriva prima, potrebbe essere un punto di approdo per cui una ampia maggioranza parlamentare potrebbe arrivare", ha detto Alfano nel pomeriggio parlando coi giornalisti alla Camera.
Renzi ha detto più volte nei giorni scorsi che sarà difficile cambiare la legge, perché manca l'accordo in Parlamento su un sistema diverso. E in effetti sia il M5s che Forza Italia ieri hanno detto di non essere interessati. I grillini sostengono ufficialmente un sistema proporzionale con soglia di sbarramento. I berlusconiani, per bocca del capogruppo alla Camera Renato Brunetta, aspettano prima di tutto l'esito del referendum costituzionale, sperando in una vittoria del "no" che provocherebbe la caduta del governo, come detto dallo stesso Renzi.
Sia l'Italicum che le varie proposte alternative al momento comunque riguardano solo la Camera, perché il Senato, dopo la riforma costituzionale, non è più eletto direttamente.
Se però la riforma fosse respinta al referendum, si porrebbe il problema di una nuova legge anche per Palazzo Madama, che dovrebbe essere su base regionale.