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Lusso, Cina e Usa protagonisti della ripresa, ma con gusti diversi - BCG

Pubblicato 17.06.2021, 16:11
Aggiornato 17.06.2021, 16:18
© Reuters. Bandiere di Usa e Cina. Shanghai, Cina 14 aprile 2021. REUTERS/Aly Song

di Claudia Cristoferi

MILANO (Reuters) - Dopo la batosta del 2020, il mercato globale del lusso tornerà ai livelli pre-pandemici entro la fine del 2022, salvo pelletteria e accessori che li raggiungeranno già quest'anno dopo aver mostrato una particolare resilienza durante l'emergenza sanitaria.

E' la stima di Boston Consulting Group (BCG), che ha presentato oggi la sua indagine sui consumatori "True-Luxury" in collaborazione con la Fondazione Altagamma.

La categoria dei consumatori più ricchi, i cosiddetti "True Luxury" (19 milioni di persone su un totale di 435 milioni di consumatori del lusso, cioè il 4%) ha rappresentato nel 2020 il 39% del mercato globale del lusso, 8 punti percentuali in più dell'anno prima.

In particolare è cresciuto il ruolo del vertice della piramide dei "True Luxury", ossia i due milioni di consumatori più benestanti che spendono in media più di 20.000 euro l'anno in beni o esperienze di lusso. Con la pandemia hanno potuto godere di una maggiore flessibilità di tempo e movimento grazie allo smartworking, oltre che di un aumento della ricchezza personale, e la loro spesa è cresciuta. Sono così passati in un anno dal 6% al 12% dell'intero mercato e BCG stima che di qui al 2025 il 30% della crescita del lusso nel mondo (stimata in un +15% medio annuo) verrà generata proprio dai consumatori "True Luxury".

BRAND AL BIVIO TRA ORIENTE E OCCIDENTE

Altro motore di crescita saranno i consumatori statunitensi e cinesi (ma per lo più con consumi in patria), più ottimisti degli europei secondo il sondaggio. Il trend di rimpatrio degli acquisti cinesi, accentuato dalla pandemia, potrebbe quindi spingere i brand a investire fortemente nella loro presenza in Cina per non perdere importanti opportunità di crescita, dice lo studio. Nel 2025 gli americani potrebbero valere tra il 19% ed il 21% del mercato, i cinesi tra il 43% e il 45%, entrambi qualche punto percentuale in più delle stime pre-Covid.

© Reuters. Bandiere di Usa e Cina. Shanghai, Cina 14 aprile 2021. REUTERS/Aly Song

Emerge però, secondo lo studio, una polarizzazione dei gusti tra mondo orientale e occidentale, che potrebbe avere un impatto sulle strategie dei brand, perché potrebbero trovarsi davanti a un bivio tra uno stile più sobrio per incontrare il gusto occidentale e uno stile più estroverso per conquistare il mercato cinese.

BCG mette in luce infine un nuovo fenomeno che chiama "virtualizzazione del lusso" e considera un'occasione per nuovi flussi di ricavi. Si tratta, in particolare, dell'interazione tra marchi e consumatori attraverso i videogiochi online, iniziative molto popolari in Cina e negli Usa, meno conosciute in Europa. Lo studio evidenzia che il 55% dei consumatori che dichiarano di essere a conoscenza dell'esistenza di videogiochi online che coinvolgono un brand del lusso ha comprato un articolo virtuale all'interno del gioco e, tra questi, l'86% ha poi acquistato la versione "non-virtuale" corrispondente.

(Claudia Cristoferi, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)

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