MILANO (Reuters) - Dopo un crollo dei ricavi superiore al 20% nell'anno della pandemia, il sistema della moda italiana tornerà a crescere nel 2021 con un tasso intorno al 10% e rivedrà i livelli pre-crisi solo nel 2023.
E' la stima dell'Area Studi Mediobanca (MI:MDBI) che ha analizzato 177 aziende italiane del settore con un fatturato superiore ai 100 milioni.
Tra il 2015 e il 2019 il comparto era cresciuto in media del 4,8% annuo. I gruppi internazionali più grandi, compresi gli italiani, che fatturano almeno 1 miliardo di euro sono cresciuti nello stesso periodo del 6,1% annuo, assai più delle multinazionali della manifattura (+2%).
Anche nelle 80 grandi multinazionali della moda prese in esame dallo studio di Mediobanca emerge la questione della parità di genere, con il 29% delle donne presenti in media nei Cda a fronte di una forza lavoro femminile complessiva del 66%.
Sopra la media i gruppi francesi e inglesi, con una quota di donne presenti nei board pari rispettivamente al 43% e al 37%; gli Usa hanno il 34% dei consiglieri donna, mentre i gruppi italiani si fermano al 21%. Le meno rappresentate sono le donne giapponesi: solo una ogni dieci consiglieri.
La terza edizione del Fashion Annual Talk segnala infine qualche progresso nel campo della sostenibilità ambientale per il settore industriale considerato in assoluto il più inquinante dopo l'industria petrolifera.
Dall'analisi dei bilanci di sostenibilità 2019 dei grandi gruppi mondiali, emerge che sono diminuiti i consumi idrici (-3,4%), le emissioni di CO2 (-5,1%), i rifiuti prodotti (-3,1%) mentre è cresciuto il ricorso all'energia elettrica rinnovabile (dal 42,6% nel 2018 al 49,9% nel 2019).
(Claudia Cristoferi, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)