VIENNA/PARIGI (Reuters) - Le trattative per riportare Iran e Stati Uniti nell'accordo sul nucleare del 2015 stanno registrando progressi, ma funzionari iraniani hanno segnalato disaccordi con Washington in merito a quali sanzioni gli Stati Uniti debbano ritirare.
I colloqui, in cui i funzionari europei si destreggiano tra le parti restanti e gli Stati Uniti, puntano a ripristinare il patto alla base dell'accordo: restrizioni alle attività nucleari iraniane in cambio dell'annullamento delle sanzioni internazionali e di quelle imposte dagli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti sono stati i primi a sottrarsi a questo patto durante il mandato dell'ex presidente Donald Trump, che si è opposto con forza all'intesa. Trump è uscito dall'accordo, ha reintrodotto le sanzioni che erano state ritirate e ne ha imposte di nuove. L'Iran ha risposto violando molte delle restrizioni sul nucleare.
"Tutte le sanzioni di Trump erano anti-Pacg e devono essere rimosse senza distinzione tra designazioni arbitrarie", ha detto Javad Zarif, ministro degli Esteri iraniano, su Twitter, facendo riferimento all'accordo con il nome completo, ovvero Piano d'azione congiunto globale.
Gli Stati Uniti hanno detto di essere pronti a ritirare le "sanzioni incoerenti con il Pacg". Pur non fornendo ulteriori dettagli, il commento sembrerebbe riferirsi alle sanzioni formalmente non legate a questioni nucleari previste dall'accordo.
Resta da vedere se le dichiarazioni porteranno a nuovi stratagemmi o a posizioni più risolute. Funzionari europei hanno detto che all'avvio delle trattative l'Iran era molto deciso a negoziare.
Le altre parti coinvolte -- Iran, Gran Bretagna, Cina, Francia, Germania e Russia -- si sono riunite nuovamente a Vienna oggi dopo che l'avvio formale delle trattative martedì e hanno deciso di proseguire i colloqui, come comunicato da inviati russi e cinesi.
(Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Milano Sabina Suzzi, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)