STOCCOLMA (Reuters) - La scrittrice francese Annie Ernaux ha vinto il Premio Nobel per la letteratura per "il coraggio e l'acutezza clinica" dei suoi libri, in gran parte autobiografici, che esaminano la memoria personale e la disuguaglianza sociale.
Nel motivare la scelta, l'Accademia svedese ha detto che Ernaux, 82 anni, "esamina con coerenza e da diverse angolazioni una vita segnata da forti disparità di genere, lingua e classe".
Prima donna francese a vincere il prestigioso premio letterario, Ernaux ha detto che la vittoria è "una responsabilità".
"Sono rimasta molto sorpresa... Non avrei mai pensato che sarebbe stato nel mio orizzonte di scrittrice", ha detto Ernaux all'emittente svedese SVT. "È una grande responsabilità (...) testimoniare, non necessariamente in termini di scrittura, ma testimoniare con precisione e giustizia in relazione al mondo".
L'autrice aveva detto in precedenza che scrivere è un atto politico, che ci apre gli occhi sulle disuguaglianze sociali. "E a questo scopo usa il linguaggio come 'un coltello', come lei stessa lo definisce, per squarciare i veli dell'immaginazione", ha detto l'Accademia.
Il suo romanzo d'esordio è stato "Gli armadi vuoti" nel 1974, ma ha ottenuto il riconoscimento internazionale dopo la pubblicazione di "Les Années" nel 2008, tradotto in "Gli anni" nel 2015.
"Si tratta del suo progetto più ambizioso, che le ha dato una reputazione internazionale e una schiera di seguaci e discepoli letterari", ha aggiunto l'Accademia.
Nata da una modesta famiglia di droghieri della Normandia, nel nord della Francia, Ernaux ha scritto con uno stile franco e diretto la sua lotta per adottare codici e abitudini della borghesia francese pur rimanendo fedele alla sua origine popolare.
"È un lungo percorso quello che compie nella sua vita", ha detto a Reuters Anders Olsson, membro dell'Accademia svedese. "È una donna coraggiosa".
L'adattamento cinematografico del suo romanzo "L'evento" - pubblicato nel 2000 e basato sulla sua esperienza di aborto quando era ancora illegale in Francia negli anni '60 - ha vinto il Leone d'Oro a Venezia nel 2021.
L'Accademia ha sottolineato che il racconto dell'aborto vissuto a ventitre anni resta uno sei suoi capolavori.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Claudia Cristoferi)