di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - La riunione di Matteo Renzi con i capigruppo parlamentari di maggioranza e opposizione a palazzo Chigi sabato scorso, sugli attentati di Parigi invocando una risposta forte e unitaria, non ha dato i frutti sperati.
I partiti si sono presentati ieri uniti alla cerimonia davanti a Montecitorio con l'ambasciatrice di Francia, ma poi in aula ciascuno ha stressato le differenze nell'indicare le risposte da dare al terrorismo.
Siamo ormai in campagna elettorale per le amministrative di primavera ed ognuno cerca visibilità: verrà ricercata al massimo proprio in tema di sicurezza, argomento principe ora all'attenzione dell'opinione pubblica.
In particolare ieri sera alla Camera la Lega ha polemizzato duramente con il ministro dell'Interno Angelino Alfano, guardando più allo scontro interno al centrodestra con chi non sopporta una guida della coalizione a traino leghista, a iniziare dai centristi dell'Ncd.
Il Movimento 5 stelle invece stressa le contestazioni alla posizione dell'Arabia Saudita (nettamente contraria all'Iran) cercando di mettere in imbarazzo il più possibile il governo. Così pure Forza Italia si schiera al fianco di Vladimir Putin, estremizzando un aspetto della nostra politica estera.
Dai primi segnali non pare proprio che si cercherà di privilegiare su questo tema, come dovrebbe avvenire sulle grandi questioni di politica estera, una posizione unitaria.