ROMA (Reuters) - Le restrizioni su molte attività commerciali, inclusi ristoranti, bar e cinema, dovrebbero essere allentate in molte regioni italiane da lunedì, con il governo che rimuove lentamente le misure di limitazione delle attività nelle aree con bassi tassi di infezione.
Almeno la metà delle 20 regioni italiane, compresi Lazio (MI:LAZI) e Lombardia, dovrebbero diventare zone gialle a rischio moderato dal 26 aprile, dopo settimane in cui sono state zone arancioni e rosse a più alto rischio.
Ciò significa che ristoranti e bar di queste zone potranno riprendere il servizio al tavolo nelle aree esterne, mentre in precedenza era consentito solo l'asporto, e alcuni hanno iniziato ad allestire tavoli e preparare il cibo in previsione del passaggio in zona gialla.
L'elenco completo delle zone gialle dovrebbe essere rilasciato dal ministero della Salute entro stasera.
Anche cinema, teatri e sale da concerto potranno riaprire a partire da lunedì nelle zone gialle, seppur con rigidi limiti di capienza, dopo essere rimasti chiusi dallo scorso ottobre.
"Lunedì per me è come il primo giorno di scuola", ha detto lo chef Marco Martini, proprietario dell'omonimo ristorante a Roma.
In Italia, Paese che ha registrato il secondo maggior numero di morti per coronavirus in Europa, il governo ha reintrodotto severe misure di restrizione a livello nazionale lo scorso autunno, per far fronte alla seconda ondata di casi di Covid-19.
Successivamente è stato introdotto il sistema di codici per colore a quattro livelli basato sul numero di casi locale, ma nelle ultime sei settimane l'intero Paese è stato posto in zona rossa o arancione per ridurre la pressione sugli ospedali e consentire alla campagna di vaccinazione di prendere velocità.
I ristoranti italiani hanno perso circa 37,7 miliardi di euro a causa della crisi del coronavirus nel 2020, secondo la federazione del settore Fipe, circa il 40% dei loro ricavi annuali.
La decisione del governo di mantenere il coprifuoco notturno alle 22,00, nonostante le richieste dei partiti della coalizione e dei governatori regionali di prorogarlo alle 23,00 ha irritato alcuni ristoratori, che speravano in una riapertura completa.
I cittadini sono abituati a cenare tra le 20,30 e le 21,30 e il mantenimento di un coprifuoco anticipato dovrebbe scoraggiare i clienti.
"Francamente, avrei spostato almeno un po 'il coprifuoco... non tutti sono disposti a cambiare abitudini", ha detto Martini.
(Tradotto da Alice Schillaci in redazione a Danzica, in redazione a Roma Stefano Bernabei, alice.schillaci@thomsonreuters.com, +48587696614)