ROMA (Reuters) - Il governo italiano non ha ancora preso una decisione sulla linea ad alta velocità Torino-Lione, mentre prosegue l'analisi costi-benefici, anche se il M5s sta esercitando un forte pressing per fermarla.
"Il dossier sulla Tav al momento non è ancora giunto sul tavolo del Presidente del Consiglio, dunque nessuna decisione è stata ancora presa e soprattutto non ci sono state valutazioni al riguardo", dicono fonti di Palazzo Chigi
"Il dossier è in fase istruttoria presso il ministro competente (Danilo) Toninelli, il quale è impegnato in una valutazione costi-benefici che poi sarà sottoposta e condivisa con il presidente del consiglio e con l’intero governo.
Oggi i quotidiani "La Stampa" e "La Repubblica" hanno scritto che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrebbe deciso di porre fine alla Tav Torino-Lione, da sempre contestata dal M5s, ma conferemerebbe invece il Tap, il gasdotto che viene dall'Azerbaigian e che attraversa l'Adriatico, sia pur modificando il punto di approdo.
Ma oggi il vice premier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, che è anche segretario della Lega, parlando a Radio24, ha detto invece che "occorre andare avanti e non tornare indietro".
"L'opera serve e se per caso da un'analisi attualizzata del 2018 non serve, costa di più bloccarla che non proseguirla? Questo è il ragionamento che varrà su tutto, analisi costi 'scritto e questo faremo. C'è l'analisi costi-benefici, non è che faccio pagare agli italiani miliardi", ha aggiunto il ministro.
"Con la Francia ci sono contatti continui", ha detto a Reuters una fonte governativa, spiegando che c'è una verifica in corso, nell'ambito dell'analisi costi-benefici, per capire quali sarebbero i costi per rinunciare all'opera.
La fonte governativa, che conferma il pressing del M5s, dice anche che "si discute" con la Lega e che la situazione "si sta ricomponendo".
Nei giorni scorsi il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Toninelli aveva parlato di "scandalose scelte precedenti" sulla Tav, bloccando per il momento qualsiasi avanzamento dei lavori in attesa dei risultati della verifica sugli "impatti sociali, ambientali ed economici" dell'opera.
Secondo i media, il rinuncio unilaterale da parte dell'Italia all'opera potrebbe avere un costo di 2 miliardi di multe.
(Massimiliano Di Giorgio, Valentina Consiglio)