Di Mauro Speranza
Investing.com – Ultime decisioni per il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a poche ora dall’insediamento di Joe Biden. Trump ha concesso la grazia a 73 persone tra le quali ci sono suoi consiglieri politici, finanziatori della sua campagna elettorale e personalità dello spettacolo. Il numero sale a 147 aggiungendo le riduzioni di pena concesse dall'ormai ex presidente.
Tra i nomi spicca quello di Stephen Banno, ex capo stratega della Casa Bianca, incriminato e arrestato lo scorso agosto dai procuratori federali di Manhattan nell’ambito dell’inchiesta legata alla raccolta fondi “We Built The Wall” finalizzata alla costruzione del muro di confine tra Usa e Messico.
In particolare, Bannon e i suoi soci Brian Kolfage, Andrew Badolato e Timothy Shea “hanno escogitato una truffa ai danni di centinaia di migliaia di donatori" in relazione alla campagna di crowdfunding che ha raccolto oltre 25 milioni di dollari”, secondo quanto specificato nelle imputazioni depositate presso la corte federale di Manhattan.
Bannon era ancora in attesa di processo e in libertà dopo il pagamento di una cauzione da 5 milioni di dollari.
Gli altri nomi che hanno ottenuto la grazia da Trump
Il resto dell’elenco delle amnistie comprende, tra gli altri, uno dei principali finanziatori repubblicani, Elliot Broidy, il quale aveva ammesso di essere colpevole di aver agito come agente straniero non registrato.
Ammissione anche dal rapper Lil Wayne, colpevole di possesso di armi nel corso dello scorso mese, mentre ha ricevuto l’amnistia anche un altro rapper, Kodak Black, che sta scontando la pena di tre anni per accuse legate sempre al possesso di armi.
Condanna a 28 anni e amnistia anche per l’ex sindaco di Detroit, Kwame Kilpatrick, accusato di frode. Colpevole di truffa anche Eliyahu Weinstein, a cui rimanevano ancora 16 anni di carcere dopo le centinaia di milioni di dollari di vittime in uno schema Ponzi nel New Jersey.
Trump non ha concesso la grazia né a sé stesso né a nessuno dei suoi figli adulti. Inoltre, neanche Julian Assange, fondatore di Wikileaks, né la ‘talpa’ della Nsa, Edward Snowden e Rudolph Giuliani, non sono stati inseriti nella lunga lista.