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      Sommario

      • Flussi di cassa attualizzati: come si calcola il valore di un’azienda
      • Free Cash Flow (Flusso di cassa libero): esempio

      Centro Accademico > Analisi

      Analisi Principiante

      Cash Flow: cos’è, esempi e come si calcola il flusso di cassa

      Scritto da
      Francesco Casarella
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      Analista Tecnico certificato SIAT

      Responsabile Italia Investing.com

      Laurea in Economia

        Mostra tutta la Bio
        | Aggiornato Gennaio 17, 2025
        cash flow

        Il cash flow, traducibile in italiano come “flusso di cassa,” è un concetto finanziario che rappresenta l’entrata e l’uscita di denaro in un’azienda o per un individuo durante un periodo di tempo specifico. Il cash flow è un indicatore importante per valutare la salute finanziaria di un’azienda o per gestire le finanze personali. Esso misura la liquidità, ossia la disponibilità di denaro contante, e può essere suddiviso in tre categorie principali:

        1. Cash Flow Operativo (CFO): Rappresenta il flusso di cassa generato dalle attività operative di un’azienda, come vendite di prodotti o servizi. È una misura della capacità di un’azienda di generare denaro attraverso le sue operazioni principali.
        2. Cash Flow di Investimento (CFI): Rappresenta il flusso di cassa associato alle attività di investimento, come l’acquisto di attrezzature, immobili o altre attività. Questa componente può essere positiva o negativa, a seconda se l’azienda sta investendo o disinvestendo.
        3. Cash Flow di Finanziamento (CFF): Rappresenta il flusso di cassa derivante dalle attività di finanziamento, come l’emissione di azioni, l’indebitamento o il pagamento di dividendi. Anche questa componente può essere positiva o negativa, a seconda delle decisioni finanziarie prese.

        Il cash flow totale di un’azienda è la somma di queste tre componenti (CFO + CFI + CFF).

        Un cash flow positivo indica che l’azienda sta generando più denaro di quanto sta spendendo, il che è generalmente un segno di buona salute finanziaria. Al contrario, un cash flow negativo può indicare che l’azienda sta spendendo più di quanto sta guadagnando.

        Il cash flow è uno strumento essenziale per la pianificazione finanziaria e la valutazione della redditività e della sostenibilità finanziaria di un’azienda o di un progetto. È spesso utilizzato dagli investitori, dagli analisti finanziari e dagli imprenditori per prendere decisioni informate sulle strategie aziendali e sugli investimenti.


        Flussi di cassa attualizzati: come si calcola il valore di un’azienda

        La prima cosa che un investitore in azioni, quando valuta un investimento, dovrebbe sapere è cosa sia davvero il valore presente di un’azione: la somma dei futuri flussi di cassa che l’azienda genererà, attualizzati ad oggi.

        Questo concetto è molto importante, perché ci racconta che se noi mettiamo 1000 euro su un titolo, questo investimento deve rappresentare un investimento in un business, che da qui in avanti genererà appunto dei flussi di cassa futuri. Questo flussi di cassa, che anno dopo anno avranno determinati valori, devo poi riportarli ad oggi, per capire se il prezzo che sto pagando è troppo alto, giusto, o troppo basso (meglio sarebbe la terza casistica).

        La metrica che andiamo ad utilizzare per tutto questo, è il flusso di cassa libero (o FCF, free cash flow), che troviamo, all’interno dei bilanci, nella sezione del rendiconto dei flussi di cassa.


        Free Cash Flow (Flusso di cassa libero): esempio

        A livello di definizione, che cos’è il flusso di casa libero? Equivale al flusso di cassa operativo meno le spese in conto capitale (o Capex).

        Gli step da eseguire sono i seguenti, ordinati in sequenza:

        • Calcolo del tasso di crescita annuo del FCF degli ultimi 10 anni
        • Stima della proiezione del tasso di crescita futura del FCF nei prossimi 10 anni
        • Una volta definito il tasso di crescita futuro, proietto in avanti i flussi di cassa per 10 anni
        • Attualizzazione con un certo fattore di sconto
        • Somma di tutti i flussi di cassa (uno per ciascuno dei 10 anni futuri) così ottenuti
        • Aggiunta del Terminal Value
        • Attualizzazione con il fattore di sconto

        In particolare, il ragionamento che dobbiamo fare è il seguente: di quanto è cresciuto mediamente ogni anno il flusso di cassa libero della società “X” negli ultimi 10 anni? Immaginiamo quindi che il tasso di crescita del FCF sia stato negli ultimi 10 anni del 10% annuo.

        A questo punto, il secondo step consiste nello stimare il tasso di crescita futuro dei prossimi 10 anni. Questo dipende molto dal tipo di business, dalle prospettive del settore, dalla maturità dell’azienda, ma se voglio essere prudente, posso indicare un valore inferiore ai 10 anni precedenti, ipotizzando così un rallentamento della crescita (immaginiamo quindi di stimare un 8%).

        Il terzo step quindi, consiste nel fare la seguente operazione: se l’ultimo flusso di cassa a disposizione è di 1 Miliardo (per esempio), ipotizzando un tasso di crescita dell’8% annuo, dovrò calcolare il free cash flow di ogni anno, per i prossimi 10 anni (ad esempio il flusso di cassa dell’anno successivo sarà 1,08 Miliardi e così via).

        Una volta fatto ciò, arrivo a proiettare in avanti fino al decimo anno i flussi di cassa futuri. Manca quindi l’ultimo step “futuro” ovvero il terminal Value, nell’ipotesi che al decimo anno io venda il mio investimento. Come lo calcolo? Anche qui, sapendo che il flusso di cassa libero al decimo anno (nel futuro) sarà pari (ipotizziamo) a 2 miliardi, dovrò moltiplicare questo dato con il multiplo P/FCF. E dove lo prenderò? Anche qui, guardando alla media storica (quale è stato il rapporto P/FCF degli ultimi 10 anni? Immaginiamo sia pari a 12 volte).

        Ecco quindi che il terminal value sarà pari a 2 Miliardi * 12 = 24 Miliardi.

        Ora che ho tutti i valori futuri (i flussi di cassa futuri ed il terminal value), devo riportare tutti quei valori ad oggi, cioè devo tecnicamente attualizzarli. Per fare questo, mi servirà quindi un fattore di sconto. Anche qui, solitamente per calcolarlo, i range possibili da usare per i fattori di sconto sono i seguenti:

        • Azienda molto rischiosa (12-15%)
        • Azienda rischio medio (10-11%)
        • Azienda rischio basso (8-9%)

        Questi range tengono conto del fatto che mediamente il mercato azionario (nel lungo termine) performa tra il 6 e 9% annuo, perciò i valori inseriti vanno letti come una sorta di range che tenga conto di un premio per il rischio.

        Una volta attualizzati tutti i flussi futuri (cioè ogni valore futuro va diviso per il suo relativo tasso di sconto), devo sommarli.

        Ottenuto un valore finale, manca ancora una cosa, ovvero aggiungere la cassa e gli investimenti a Breve Termine (qualora l’azienda fosse particolarmente indebitata invece vanno riviste alcune considerazioni su quest’ultima parte).

        Ecco quindi che avrò il mio valore (ad oggi) dell’azienda (immaginiamo 100 Miliardi). L’ultimo step quindi, sarà dividere questo valore per il numero di azioni in circolazione (immaginiamo siano 1 miliardo) ed avrò quindi il “fair value” (100 Dollari ad azione).

        Tutto quanto visto sopra, potete rivederlo in modo approfondito nel video tutorial dove abbiamo calcolato nella pratica il valore di un’azione con il metodo dei flussi di cassa attualizzati:

        Una volta recepito il metodo, potete abbonarvi ad InvestingPro per avere a disposizione i dati utili ad effettuare questi calcoli per qualsiasi azione vogliate.

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