Tasso di disoccupazione: definizione
Il tasso di disoccupazione si definisce come un rapporto percentuale tra chi è disoccupato e la forza lavoro complessiva. La forza lavoro è data dalla popolazione residente in età compresa tra i 15 e i 64 anni. Sono occupati tutti coloro che hanno un lavoro, anche saltuario, che impegni più di due ore a settimana.
La forza lavoro in percentuale della popolazione totale dipende dall’invecchiamento, dalla natalità e dalle migrazioni. L’Italia ha osservato nell’ultimo decennio una diminuzione della popolazione nazionale, per via della diminuzione della natalità sotto al tasso di fertilità di 1.4 figli per donna, per via della pandemia che ha aumentato la mortalità nazionale, per l’aumento della popolazione anziana, che non lavora e per l’aumento degli emigrati, cioè di italiani che lasciano il paese (circa 500 mila persone ogni anno). L’immigrazione dall’estero avrebbe effetti positivi sulla forza lavoro, aumentandola, ma negli ultimi anni non è stata sufficiente a controbilanciare il calo demografico.
Tasso di disoccupazione: formula
La formula della disoccupazione è la seguente:
Tasso di disoccupazione = Disoccupati / Forza Lavoro
Il tasso di disoccupazione è un numero percentuale. E’ bene comprendere che coloro che non hanno lavoro non sono tutti i disoccupati. Esistono, infatti, molti altri casi, esclusi dalla definizione di disoccupazione, come coloro che non vogliono lavorare, come gli studenti, gli inoccupati, che non hanno mai lavorato, i sotto occupati, gli scoraggiati, che non cercano più lavoro, gli espulsi dal sistema, cioè disoccupati da oltre 3 anni. Queste categorie vengono escluse dal conteggio dei disoccupati e non sono destinatari di politiche di sostegno e aiuto, ma di altre politiche economiche.
Il tasso di disoccupazione italiano varia in base alla fascia d’età che andiamo a considerare; tra i giovani (18-29 anni) raggiunge il 22%, per scendere al 5% tra gli over 55 anni.
Lo Stato destina molte risorse per ridurre il tasso di disoccupazione giovanile, favorendo l’inserimento lavorativo anche con sgravi fiscali alle imprese.
Occupazione e disoccupazione
La popolazione residente viene divisa per fasce d’età dagli uffici di statistica nazione e, all’interno della popolazione residente, quando ci riferiamo al mercato del lavoro consideriamo solo quella che può essere occupata, che rientra nella fascia d’età dai 15 ai 64 anni. I giovanissimi e gli anziani non dovrebbero lavorare e sono, quindi, esclusi.
Il lavoratore è considerato occupato se ha ricevuto un compenso per il lavoro di oltre 2 ore nella settimana della rilevazione; il lavoro può essere di qualsiasi tipo, anche saltuario e non rileva il tipo di contratto di lavoro, se a tempo determinato o indeterminato o stagionale.
Sono maggiormente occupati gli uomini, rispetto alle donne (gender gap), sono più occupati i lavoratori con il diploma rispetto a quelli con la licenza media o elementare; gli italiani con un titolo universitario di studi sono meno del 15% della popolazione, ma hanno tassi altissimi di occupazione e più alte retribuzioni, rispetto a coloro che hanno il diploma di scuola superiore.
La disoccupazione è definita dagli uffici statistici nazionali come quella condizione in cui si trova un lavoratore che ha perduto la sua precedente occupazione da meno di diciotto mesi, cerchi attivamente un lavoro e non abbia una retribuzione per più di due ore settimanali. Laddove uno di questi criteri non fosse rispettato, il lavoratore non è considerato disoccupato, ma rientra in altre ‘categorie’ all’interno della popolazione.
Per capire la dimensione del mercato del lavoro, basti sapere che in Italia vi sono circa 63 milioni di abitanti, ma di questi solo 24 milioni fanno parte della forza lavoro e di questi solo 21,8 milioni sono occupati (dati Istat 2021). L’Italia ha circa 2.3 milioni di disoccupati a cui destina risorse volte a ridurre il fenomeno.