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      Sommario

      • A cosa serve il capitale circolante?
      • Come si calcola il Capitale Circolante Netto?
      • CCN: non confondere con...
      • Come può aumentare il Capitale Circolante Netto?

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      Azioni Avanzato

      CCN: capitale circolante netto

      Scritto da
      Chiara Oldani
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      Economia e Finanza

      Professoressa di Economia presso l'Università degli Studi La Tuscia, ricercatrice presso l'Australian National University e Direttrice per l'Italia del gruppo G7/G8

      PhD

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      | Aggiornato Maggio 18, 2022
      CCN - capitale circolante netto

      Il capitale circolante, detto anche working capital, è dato dalle risorse che finanziano l’attività operativa dell’impresa; il CCN è un indicatore con lo scopo di verificare l’equilibrio finanziario dell’impresa nel breve termine. Il significato del CCN non è solo contabile, ma soprattutto di analisi sulle prospettive di crescita dell’impresa.

      A cosa serve il capitale circolante?


      Il Capitale Circolante Netto (CCN) è un indicatore calcolato con l’obiettivo di verificare l’equilibrio finanziario dell’impresa nel breve termine. 

      Come si calcola il Capitale Circolante Netto?


      La formula utilizzata per calcolare il capitale circolante netto è la seguente: 

      CCN = + Rimanenze + Liquidità Immediate + Crediti a Breve Termine – Debiti Finanziari – Debiti a Breve Termine

      Spiegazione formula

      Il Capitale Circolante Netto è uguale alla differenza tra le attività correnti e le passività correnti di stato patrimoniale. Rientrano tra le attività correnti quelle poste di bilancio che hanno una scadenza breve, un alto grado di liquidabilità; esempi sono i crediti verso clienti, le rimanenze finali, la cassa, i ratei e i risconti attivi. Il capitale circolante netto è dato dalle rimanenze, le liquidità immediate e i crediti a breve termine a cui vanno sottratti i valori dei debiti finanziari e dei debiti a breve termine. 

      Il CCN si identifica spesso con il Capitale Circolare Operativo Netto (CCON), che è dato dalla somma dei valori iscritti in bilancio di crediti commerciali e rimanenze, cui va detratto l’ammontare dei debiti commerciali.

      CCN: non confondere con…


      In ragioneria è possibile riclassificare le poste di bilancio in base alla necessità analitica. Il capitale circolante netto descrive l’equilibrio finanziario ma un altro indicatore molto utilizzato è il patrimonio netto, che invece descrive la dotazione netta di capitale, sia a breve che a lungo termine. Dunque il CCN non va confuso con il Patrimonio Netto (PN), che è dato dalla differenza tra attivo e passivo di bilancio. 

      Il CCN non va confuso neanche con la Posizione Finanziaria Netta (PFN), che indica la disponibilità di liquidi da parte dell’impresa. La PFN è data dalla differenza tra (liquidità + crediti finanziari) e passività finanziarie. La PFN si ottiene sottraendo ai crediti liquidi e finanziari i debiti liquidi, espressi entrambi in valuta corrente. Se il saldo della PFN è positivo, significa che l’impresa ha una disponibilità finanziaria pari al valore ottenuto. Se invece è negativo, l’impresa è soggetta a un indebitamento finanziario per l’ammontare indicato. Vi sono poi indicatori sintetici di redditività, come il Return on Equity (ROE), oppure il Return on Investments (ROI), indicatori di liquidità, di indebitamento a breve, medio o lungo termine che sono utilizzati per l’analisi di bilancio.

      Come può aumentare il Capitale Circolante Netto?


      Per far aumentare il CCN si può incrementare il patrimonio netto ad esempio aumentando l’indebitamento a breve termine. Tale situazione può però creare dei problemi, se i prestiti crescono troppo e il core business non sostiene la crescita delle passività e gli oneri ad esse connessi.

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