La deflazione è un fenomeno economico che si manifesta durante le crisi economiche e si sostanzia nella diminuzione dell’indice dei prezzi di beni e servizi di un paese in un periodo di tempo, associata a una diminuzione della produzione nazionale lorda (PIL).
Cosa si intende per deflazione? I rischi legati alla deflazione sono connessi con la perdita di fiducia, di cui la deflazione è solo un grave sintomo, tra gli altri. La recessione economica porta a una riduzione della domanda da parte dei consumatori e delle famiglie, l’offerta da parte delle imprese diviene eccessiva, le scorte aumentano e gli operatori economici devono vendere a prezzo ridotto per recuperare parte del costo di produzione. I profitti si riducono e così diminuisce l’occupazione poiché le imprese non possono mantenere il precedente livello di offerta. La crisi economica innesca la spirale deflazionistica e la alimenta, spingendo le autorità di politica economica a intervenire per risollevare la produzione e la domanda, innalzando l’indice dei prezzi.
Per uscire dalla deflazione la politica monetaria può implementare delle politiche non convenzionali, come la forward guidance della Banca Centrale Europea (BCE) o il quantitative easing della US Federal Reserve. La forward guidance, letteralmente guida in avanti, della BCE significa influenzare le aspettative sulle variabili economiche, inflazione e crescita, per far sì che gli operatori riprendano a consumare, domandare, produrre e assumere personale.
Per uscire dalla deflazione, l’autorità di politica fiscale può agire per stimolare la domanda, ad esempio con la riduzione delle imposte sui consumi e sugli investimenti. In questo modo i consumatori e le imprese possono aumentare la loro domanda e contribuire alla ripresa della produzione e all’aumento dei prezzi.
Deflazione: significato in economia
La deflazione economica è un fenomeno che va distinto dalla disinflazione, che è la sola riduzione dell’indice dei prezzi, perché la deflazione si accompagna anche alla recessione economica. Per curare la malattia dell’economia è necessario individuare le cause che hanno generato la recessione; nel recente passato l’economia italiana ha vissuto un lungo periodo di bassa crescita economica e di crescita quasi nulla dei prezzi. Alcune cause individuate nelle analisi della Banca Centrale Europea e della Commissione Europea sono la perdita di competitività delle imprese italiane, il mancato aumento della produttività del lavoro e del capitale e la scarsa digitalizzazione del settore pubblico, che pesa negativamente sull’economia aggravando imprese e famiglie con inutili costi.
Rischi ed effetti che produce la deflazione
Un sistema economico vede diminuire per un certo periodo di tempo i prezzi dei beni e dei servizi quando la domanda aggregata crolla, oppure quando l’offerta è troppo abbondante. I casi più gravi sono però quelli in cui non vi sono più investimenti e fiducia nell’economia. Gli agenti economici, famiglie e imprese, decidono di non consumare, i magazzini si riempiono e le imprese per svuotarli vendono a prezzi ribassati le scorte, generando la diminuzione dell’indice dei prezzi e riducendo i margini di profitto. Questo crollo spinge le imprese a produrre di meno, anche licenziando i lavoratori e alimenta ulteriormente la recessione.
Deflazione: calcolo
Analogamente all’inflazione, la deflazione si calcola utilizzando l’indice dei prezzi, che viene misurato dagli uffici di statistica nazionale su base mensile, come l’Eurostat.
La formula di calcolo è
Indice prezzi t – Indice dei prezzi t-1
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Indice dei prezzi t-1
Se l’indice dei prezzi nel febbraio 2022 è pari a 104 e a gennaio era pari a 105, il calcolo è il seguente:
(104 – 105) / 105 = – 0.01%
Per cui avremo una deflazione mensile del 0.01%. La deflazione si accompagna a una riduzione del prodotto interno lordo (PIL).
Deflazione da debito
Sappiamo che la deflazione si accompagna a una riduzione del reddito e che lo alimenta in una spirale negativa. Lo stock nominale di debito di imprese e famiglie e gli interessi lordi sul debito non si riducono per effetto della deflazione, ma deflazione porta ad un aumento dell’onere complessivo del debito reale. Per capire la deflazione da debito facciamo l’esempio del debito per un mutuo; la deflazione riduce il valore dell’immobile su cui è stato acceso il prestito ipotecario, ma il valore nominale del capitale del mutuo non si adegua alla diminuzione dei prezzi. I mutuatari sono, quindi, nella condizione di avere un asset che perde valore, l’immobile, a fronte di un indebitamento che invece non scende. Se il tasso dell’interesse del mutuo è indicizzato al tasso fisso, l’onere connesso al debito non muta. Se invece il tasso dell’interesse a cui è indicizzato il mutuo è variabile, esso scende con la riduzione dei prezzi e può anche avere segno negativo.