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      Sommario

      • Cos'è il PIL - Definizione
      • Formula PIL
      • Come si calcola il PIL? 
      • Come si calcola il PIL Pro Capite?
      • Chi misura il Prodotto Interno Lordo?
      • PIL reale: Che effetto ha l’inflazione?
      • A cosa serve il PIL?
      • Cosa succede se il PIL aumenta?
      • Quali sono i limiti del PIL?
      • Reddito nazionale lordo

      Centro Accademico > Economia

      Economia Principiante

      PIL: formula, come si calcola e cos’è

      Scritto da
      Chiara Oldani
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      Economia e Finanza

      Professoressa di Economia presso l'Università degli Studi La Tuscia, ricercatrice presso l'Australian National University e Direttrice per l'Italia del gruppo G7/G8

      PhD

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      | Aggiornato Gennaio 17, 2025
      Pil - Prodotto interno lordo

      Cos’è il PIL – Definizione


      Il PIL (Prodotto Interno Lordo), in inglese GDP (Gross Domestic Product) rappresenta il valore lordo aggregato dei beni e servizi prodotti in un paese o in un’area geografica, come l’Italia o l’Unione Europea, in un periodo di tempo, ad esempio un anno (PIL annuale –  Italia) o un trimestre (PIL trimestrale – Italia). Il PIL rappresenta il reddito prodotto da un Paese, la sua forza economica e trae le sue origini dallo sviluppo della contabilità nazionale a partire dal 1700. 

      Scopriamo in questo articolo la formula del PIL, come si calcola e altre informazioni importanti.

      Formula PIL


      Formula del PIL: Y = C + I + G + NX

      Componenti:

      (C) Consumi – totale delle spese dei consumatori per beni e servizi. 

      (I) Investimenti – spese e investimenti delle imprese. 

      (G) Spesa Pubblica – Spese delle pubbliche amministrazioni per beni e servizi. 

      (NX) Saldo netto Bilancia Commerciale 

      Come si calcola il PIL? 


      Calcolo PIL spiegazione: 

      I beni e i servizi possono essere anche esportati o importati; nel caso delle esportazioni, queste contribuiscono positivamente al calcolo del PIL, mentre le importazioni contribuiscono negativamente, poiché sono considerate consumo (o investimento) fuori dai confini nazionali o geografici. 

      La spesa pubblica contribuisce positivamente su come si calcola il PIL, sia come consumo che come investimento, mentre il gettito fiscale contribuisce negativamente al PIL poiché riduce il reddito disponibile dei cittadini e delle imprese, sottraendo risorse a favore dello Stato. Il PIL può essere misurato in altre valute, utilizzando il tasso di cambio medio annuo per effettuare confronti internazionali.

      Come si calcola il PIL Pro Capite?


      Il PIL è una misura lorda aggregata, ma si può anche calcolare il PIL pro capite, cioè diviso per il numero di abitanti (formula PIL pro capite: PIL/popolazione), questa misura meglio rappresenta la ricchezza dell’area. Il reddito pro capite in Italia è di circa €26000.

      La formula del PIL (Prodotto Interno Lordo) pro capite è la seguente:

      PIL pro capite = PIL totale / Popolazione

      Il PIL totale rappresenta il valore di tutti i beni e servizi prodotti in un paese in un determinato lasso di tempo (in genere un anno). La popolazione è il numero di abitanti del paese nello stesso periodo di tempo.

      Quindi, per calcolare il PIL pro capite, si divide il PIL totale per la popolazione del paese. Questo valore fornisce una misura approssimativa del reddito medio di un individuo nel paese.

      Calcolo PIL Pro Capite: esempio

      Supponiamo di avere un paese con un PIL totale di 1.000.000 di euro e una popolazione di 100.000 abitanti. Possiamo calcolare il PIL pro capite come segue:

      PIL pro capite = PIL totale / Popolazione PIL pro capite = 1.000.000 € / 100.000 abitanti

      PIL pro capite = 10 €

      Quindi, nel nostro esempio ipotetico, il PIL pro capite è di 10 euro. Questo significa che, in media, ogni individuo nel paese ha un reddito di 10 euro. È importante notare che questo è solo un esempio e i valori reali possono variare considerevolmente da paese a paese.

      Chi misura il Prodotto Interno Lordo?


      Il PIL è misurato dall’ Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ogni trimestre, poi il dato viene aggregato e corretto con la stagionalità per ottenere il valore annuo. 

      Il calcolo effettuato dall’ISTAT può basarsi su una tra le seguenti metodologie: in base alla spesa, in base al valore aggiunto, oppure in base ai redditi. 

      Con il metodo della spesa si sommano i valori lordi delle spese effettuate a livello nazionale per consumi e investimenti sia pubblici che privati. Il PIL calcolato in base alla spesa è dato dalla somma del valore monetario dei beni e servizi prodotti in un paese o in un’area geografica in un periodo di tempo. 

      Con il metodo del valore aggiunto si sommano i valori aggiunti di produzione di un bene/servizio, dal primo all’ultimo passaggio; il valore aggiunto è la differenza tra il valore nella fase precedente e quello della fase successiva. Il metodo dei redditi prevede che il PIL sia uguale alla somma dei redditi prodotti da ogni fonte (es. redditi da lavoro, da capitale, profitti d’impresa, ecc.). 

      Per definizione contabile queste tre metodologie danno lo stesso risultato.

      I dati raccolti dall’ISTAT vengono inviati all’EUROSTAT per il calcolo del PIL europeo e al FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE che si occupa di calcolare la contabilità economica mondiale; la Terra è, infatti, una grande ‘economia chiusa’ e ciò che è prodotto viene consumato.

      PIL reale: Che effetto ha l’inflazione?


      Il tasso di variazione annua dei prezzi influenza il valore nominale delle transazioni economiche e quindi il PIL; se in un periodo di tempo (es. un anno) l’inflazione cresce molto, il PIL si ‘gonfierà’ di conseguenza. La differenza tra il PIL nominale e il PIL depurato dell’inflazione (cosiddetto PIL reale) è data dal deflatore del PIL, che è un numero indice.

      A cosa serve il PIL?


      IL PIL serve per descrivere la ricchezza prodotta in un periodo in un’area geografica, rappresenta la sua forza economica e viene usato dai policy maker per fare previsioni economiche e finanziarie. 

      Il PIL viene utilizzato in molti indicatori economico finanziari, spesso al denominatore. Uno dei più importanti è il rapporto tra debito pubblico e PIL che rappresenta un cardine della politica economica nell’Unione Europea, insieme al rapporto tra deficit (o avanzo) pubblico e PIL. 

      Nel 2020 il rapporto tra deficit e PIL ha raggiunto il 9% e il rapporto tra debito pubblico e PIL italiano ha raggiunto il 155%, i livelli più alti della storia repubblicana.

      Cosa succede se il PIL aumenta?


      Il PIL può aumentare perché aumentano i prezzi dei beni e servizi prodotti, oppure perché aumentano le quantità prodotte. Se aumentano i prezzi si ha il fenomeno dell’inflazione e questo aumenta il PIL nominale, ma non anche quello reale. Se aumentano le quantità prodotte, si ha un aumento del PIL nominale e reale.

      Quali sono i limiti del PIL?


      Il PIL non considera la transazioni gratuite, le donazioni, le liberalità e il volontariato. Tutto il terzo settore dell’economia non contribuisce alla ricchezza contabile del paese.

      Inoltre, il PIL non considera le transazioni illecite; questo incide sul PIL di aree caratterizzate da forte produzione di beni o servizi illeciti, come le sostanze stupefacenti o la prostituzione.

      Il PIL, inoltre, non considera la qualità delle sue componenti macroeconomiche; il consumo di combustibili sappiamo che incide negativamente sull’ambiente, ma questo non è riflesso nel PIL dove troviamo solo il valore monetario (positivo) del consumo e non anche il valore (negativo) dell’inquinamento. La misurazione qualitativa della ricchezza di un paese avviene con il Benessere Equo e Sostenibile (BES) che è un insieme di indicatori che rappresentano la qualità di vita del paese.


      Reddito nazionale lordo

      Il PIL si può misurare con il metodo dei redditi, che prevede che esso sia uguale alla somma dei redditi prodotti da ogni fonte (es. redditi da lavoro, da capitale, profitti d’impresa, ecc.); per ottenere il reddito nazionale lordo vanno però aggiunti tutti i redditi di cittadini e imprese stranieri prodotti nell’area (es. in Italia) e sottratti tutti i redditi prodotti di cittadini e imprese prodotti all’estero. 

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