Next Generation EU e i PNRR nazionali rappresentano il piano di finanziamento di maggiore dimensione, dopo il piano Marshall del secondo dopoguerra nel XX secolo.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stato presentato nel 2021 dal Governo italiano, guidato da Mario Draghi, approvato dalla Commissione Europea e prevede lo stanziamento di fondi per €194.5 miliardi totali, destinati a finanziare direttamente e indirettamente 6 missioni:
- Salute (per €15,6 miliardi),
- Istruzione e ricerca (per €30.9 miliardi),
- Rivoluzione verde e transizione ecologica (per €59.5 miliardi),
- Inclusione e coesione (per €19.8 miliardi),
- Digitalizzazione innovazione e turismo (per €40.3 miliardi),
- Infrastrutture e mobilità sostenibile (per €25.4 miliardi).
Le sei missioni sono trasversali, coinvolgendo più ministeri ed enti pubblici e privati e l’obiettivo è di creare le condizioni per un’Italia più forte, competitiva e resiliente.
Che tipo di fondi sono quelli del PNRR
Il piano Next Generation EU mette a disposizione dei paesi dell’UE che ne fanno richiesta complessivamente € 750 miliardi di fondi, di cui € 390 miliardi sono costituiti da sovvenzioni e € 360 miliardi da prestiti emessi dall’UE, gli Eurobond.
Le sovvenzioni sono delle garanzie che l’UE concede ai prestiti dei paesi, migliorandone così l’appeal sul mercato obbligazionario e il merito di credito (rating). Alcuni paesi hanno deciso di chiedere solo le sovvenzioni, come la Germania, mentre l’Italia ha richiesto entrambe le forme di finanziamento, per un ammontare complessivo molto elevato.
I fondi e le sovvenzioni del PNRR vengono erogati ai paesi che ne fanno richiesta in tranche e in modo condizionato; questo significa che il Governo, per avere il denaro, deve dimostrare di aver realizzato il piano di investimenti e riforme strutturali concordato con la Commissione Europea. Se il paese non rispetta il piano concordato, la Commissione può ri avere indietro tutti i fondi, anche quelli già erogati. Queste condizionalità servono a garantire l’uso corretto dei fondi, lungo un periodo di tempo molto lungo.
Come sono erogati i fondi PNRR all’Italia
Il Governo italiano deve riferire periodicamente alla Commissione Europe sullo stato di avanzamento delle riforme e degli investimenti, concordate nel PNRR. A seguito di valutazione positiva dei progressi, la Commissione eroga i finanziamenti e concede le sovvenzioni. In caso di valutazione negativa, vi può essere una rivalutazione della Commissione Europea fino ad arrivare alla revoca dei fondi e delle sovvenzioni.
Garante del PNRR è il Governo, ma attuatore del Piano è l’intero sistema nazionale, gli enti pubblici, le imprese beneficiarie dei fondi. La molteplicità di attori che sono coinvolti nell’attuazione del PNRR impone la necessità di forte coordinamento governativo; questo può trovare intralcio nelle autonomie locali, che nei loro meccanismo politici e decisionali possono rallentare l’attuazione del piano. I fondi PNRR hanno delle scadenze fisse, che impongono una rapidità inusuale per lo Stato e la burocrazia italiana.
Le riforme legate al PNRR in Italia
Tra le condizionalità del PNRR vi sono le riforme dell’economia; esse sono di tipo trasversale, come la riforma della Pubblica Amministrazione, della competizione e del sistema giudiziario e hanno l’obiettivo di aumentare la produttività nazionale, che stagna da oltre un decennio, rispetto ai paesi dell’UE. Vi sono poi riforme specifiche per l’attuazione del PNRR (es. la transizione ecologica) e riforme di accompagnamento, come quella fiscale, volta alla semplificazione e alla riduzione dell’evasione e dell’uso degli ammortizzatori sociali, che distorcono la concorrenza.
Benefici del PNRR
Il settore privato può giovarsi della disponibilità di fondi per investimenti e sviluppo. L’impatto dei fondi PNRR e degli investimenti da essi finanziati potrebbe aggiungere il 2% al PIL dell’Italia per il quinquennio 2026-2031, secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di Bilancio e del Tesoro italiano.
Costi del PNRR
I benefici economici dei fondi PNRR superano i costi dei finanziamenti (cioè del debito) e delle garanzie necessarie. Il governo italiano deve avviare un vasto piano di riforme in tempi piuttosto stretti; le aree di azione riformista sono ampie e includono l’istruzione, la sanità, l’organizzazione dello Stato, l’ambiente, il divario di genere e la corruzione.
L’eccessiva burocrazia del sistema pubblico rappresenta un ostacolo all’utilizzo in tempi stretti dei fondi PNRR. Lo Stato sta assumendo dei professionisti dal settore privato per la gestione di questi fondi, per sopperire alle lentezze degli enti pubblici tramite il portale inpa.gov.
I privati, per accedere ai fondi PNRR, devono presentare progetti d’investimento e di sviluppo nelle aree di azione del PNRR stesso.