Il termine stagflazione viene dall’unione delle parole stagnazione ed inflazione; è, infatti, frequente che alla stagnazione economica si accompagni la deflazione, cioè una prolungata riduzione dei prezzi.
La stagflazione è un evento eccezione, invece, perché mette insieme due eventi piuttosto nefasti per famiglie e imprese, l’aumento dei prezzi e la riduzione della produzione, del consumo e del lavoro.
Al fine di curare questi mali è necessario individuare le cause dei due fenomeni, inflazione e stagnazione.
Stagflazione: esempio
La stagflazione si registra in un periodo di tempo quando l’indice dei prezzi dei beni e dei servizi, calcolato dall’ufficio di statistica nazionale, aumenta e contemporaneamente il prodotto interno lordo (PIL) diminuisce.
Nella prima metà del 2022 gli indicatori economici di molti paesi OCSE riferiti al primo e al secondo trimestre mostrano alcuni primi segni di stagflazione; il PIL si riduce, per effetto della crisi pandemica e del conflitto bellico in Ucraina, mentre l’indice dei prezzi aumenta per via dell’aumento dei prezzi dei carburanti e delle materie prime. La produzione ha subito gli effetti negativi del conflitto russo ucraino e il conseguente rallentamento globale, mentre l’aumento dei prezzi è causato dai numerosi colli di bottiglia nella produzione mondiale, nei trasporti, nella logistica anche per effetto dei tagli al personale e al capitale effettuati durante la pandemia.
E’ compito delle autorità di politica economica curare questi due mali, la ricetta deve però considerare le cause che hanno scatenato la stagflazione; nel caso del 2022, per ridurre l’inflazione è necessario aumentare la produttività del capitale e il lavoro, attraverso investimenti e politiche di incentivazione all’impresa, mentre per far aumentare la produzione sarà necessario superare i ‘colli di bottiglia’ che sono solo in parte di carattere nazionali e in parte presenti nella catena del valore globale.
Stagflazione: significato
La stagflazione è un fenomeno complesso macroeconomico in cui si presenta contemporaneamente la riduzione della crescita economica, misurata con il prodotto interno lordo e l’aumento dell’indice dei prezzi del beni e dei servizi acquistati. Poiché le componenti del prodotto interno lordo sono i consumi, gli investimenti, le esportazioni, la spesa pubblica e le importazioni, se si ha un aumento dei prezzi di beni consumati, importati, esportati o d’investimento, si dovrebbe registrare un aumento del PIL; quando, invece, si ha una riduzione del PIL significa che le quantità di beni consumati, importati, esportati o d’investimento si è ridotta molto, di più dell’aumento dei prezzi.
Stagflazione: conseguenze
Le conseguenze della stagflazione sono complesse, soprattutto perché gli strumenti di politica economica adatti a combattere l’inflazione possono aggravare la recessione. Ad esempio se l’autorità monetaria adotta una politica monetaria restrittiva per ridurre la corsa dei prezzi, può così indurre la riduzione del consumo e dell’investimento, aggravando ulteriormente la recessione già in atto. Se l’autorità di politica fiscale adotta una politica espansiva per risollevare l’economia dalla recessione, ad esempio riducendo le imposte, alimenta la crescita dei prezzi e l’inflazione, aggravando la spirale inflazionistica.
Le conseguenze della stagflazione sono presenti in tutti i settori dell’economia; sul mercato del lavoro, dove l’occupazione diminuisce per effetto della recessione e i salari perdono potere d’acquisto per via dell’inflazione; sugli investimenti, dove la riduzione della produzione limita le nuove iniziative e l’aumento dei prezzi riduce il valore degli asset.
La stagflazione ha, infatti, anche effetti negativi sui mercati finanziari; l’inflazione riduce il valore nominale lordo dei titoli a reddito fisso, determinando una perdita in conto capitale per i risparmiatori. La recessione riduce l’incentivo all’investimento, riduce il credito erogato dalle banche e quindi accelera la morsa di crisi delle imprese, soprattutto quelle di media e piccola dimensione che hanno minore accesso al mercato dei capitali (azionario o obbligazionario).