Le obbligazioni in economia sono titoli rappresentativi di debito emessi da società di capitali; il nome obbligazione deriva dall’obbligo di restituire il debito contratto, cioè il capitale e gli interessi pattuiti entro la scadenza indicata all’emissione dei titoli stessi. I titoli obbligazionari hanno scadenze che arrivano ad alcuni decenni; gli emittenti sovrani, come gli Stati, le federazioni di Stati e gli organismi sovranazionali, infatti, utilizzano questi titoli per finanziare progetti pluriennali, come le infrastrutture. Le obbligazioni sono uno strumento di considerevole importanza per l’economia.
Obbligazioni: definizione e caratteristiche
I titoli obbligazionari sono definiti all’articolo n. 2414 del codice civile. In base ad esso, i titoli obbligazionari devono indicare:
- la denominazione [art. n. 2326], l’oggetto e la sede della società [art. n. 2328, n. 2 e 3], con l’indicazione dell’ufficio del registro delle imprese presso il quale la società è iscritta (es. registro delle imprese di Roma);
- il capitale sociale e le riserve di capitale e di utili disponibili al momento dell’emissione [art. n. 2412];
- la data della deliberazione di emissione e della sua iscrizione nel registro [art. n. 2410];
- l’ammontare complessivo dell’emissione [art. n. 2421, n. 2], il valore nominale di ciascun titolo, i diritti con essi attribuiti, il rendimento o i criteri per la sua determinazione e il modo di pagamento e di rimborso [art. n. 2420], l’eventuale subordinazione dei diritti degli obbligazionisti a quelli di altri creditori della società;
- le eventuali garanzie da cui sono assistiti [art. n. 2414 bis, art. n. 2420 bis, art. n. 2831];
- la data di rimborso del prestito e gli estremi dell’eventuale prospetto informativo pubblicato dalla società.
All’emissione dei titoli sono, quindi, note le condizioni del prestito e della sua restituzione, cioè la scadenza, il valore nominale, il tasso dell’interesse e la periodicità di pagamento degli interessi. Le obbligazioni possono pagare un tasso dell’interesse fisso oppure variabile; di recente sono state emesse anche obbligazioni con tassi dell’interesse crescenti o decrescenti, in base a determinate condizioni indicate nel prospetto informativo.
Chi può emettere obbligazioni?
Le obbligazioni possono essere emesse da qualsiasi società di capitali che abbia nel suo statuto la possibilità di farlo; società pubbliche, come lo Stato, le regioni o i comuni oppure società private, banche e assicurazioni (settore corporate). Non vi sono limiti alla possibilità di emissione. Anche enti sovranazionali, come la Banca Mondiale, possono indebitarsi con i titoli obbligazionari.
Gli investitori possono acquistare i titoli all’emissione, direttamente dalla società emittente oppure sui mercati obbligazionari, detti secondari, in un momento successivo all’emissione. Per l’acquisto i privati investitori possono avvalersi degli intermediari finanziari (trading brokers).
A cosa servono le obbligazioni nell’economia?
L’emissione di capitale di debito serve all’emittente per finanziare un progetto, un investimento, oppure per contribuire alla copertura della spesa pubblica, nel caso degli Stati sovrani. La scelta di emettere capitale di debito e non altre tipologie è fatta dal consiglio di amministrazione, valutando i costi e i benefici dell’operazione lungo tutta la sua durata. L’emissione obbligazionaria corporate viene valutata dai mercati finanziari, con il rating e il suo collocamento avviene nei mercati regolamentati dove è possibile comprare obbligazioni e vendere questi titoli anche successivamente al momento dell’emissione. In poche parole, le obbligazioni sono un importante strumento di finanziamento dell’economia per il Governo e per i soggetti privati.
Tipi di obbligazioni disponibili
Le caratteristiche finanziarie definiscono i diversi tipi di obbligazioni.
- Se consideriamo il TASSO DI RENDIMENTO, le obbligazioni possono essere a tasso fisso, a tasso variabile oppure a tasso misto.
- Se consideriamo il GRADO DI PRIVILEGIO del credito, le obbligazioni possono essere di tipo senior oppure subordinate.
Se consideriamo il rendimento, le obbligazioni possono avere un extra rendimento, come il warrant. Esistono anche le obbligazioni convertibili in azioni, che permettono, ma non obbligano l’investitore a convertire le obbligazioni in azioni entro una certa data ad un prezzo prefissato. Questo tipo di titolo è un segnale che l’impresa dà al mercato di attesa di incremento del valore futuro dell’impresa. Esistono anche le cosiddette obbligazioni verdi (Green Bonds).
Obbligazioni subordinate e privilegiate
Il grado di privilegio del credito che deriva dal titolo è una caratteristica fondamentale dell’obbligazione. Maggiore sarà il privilegio, la seniority, cioè la possibilità di recuperare fino al 100% del valore del titolo, minore sarà il rischio e, quindi, il rendimento. Le obbligazioni meno rischiose sono quelle privilegiate, che in un’ipotetica procedura fallimentare dell’emittente verrebbero rimborsate per prime.
Al contrario, le obbligazioni più rischiose sono le subordinate, che garantiscono però un maggiore rendimento di quelle ordinarie. Le obbligazioni subordinate possono incorporare anche ulteriori elementi di rendimento per attirare l’investitore, come il warrant. Il warrant è una tipologia di contratto di opzione, che permette al sottoscrittore dell’obbligazione di acquistare o sottoscrivere una o più azioni della società che ha emesso l’obbligazione ad un prezzo prefissato, in una specifica data futura o entro una scadenza.
Quali sono le obbligazioni più sicure?
E’ importante chiarire che tutti i titoli finanziari determinano dei rischi di perdita per l’investitore; non esiste il titolo privo di rischi. Per le obbligazioni maggiore è il grado di privilegio del titolo, detto seniority, minore sarà il rischio e, quindi, il rendimento del titolo stesso.
Da ciò deriva che le obbligazioni meno rischiose sono quelle privilegiate, che in un’ipotetica procedura fallimentare dell’emittente verrebbero rimborsate per prime. Le obbligazioni più rischiose sono invece le subordinate e le convertibili, che garantiscono però all’investitore un maggiore rendimento.
Le obbligazioni pubbliche: i titoli di Stato
Lo Stato per coprire l’eccesso di spesa pubblica può indebitarsi sui mercati finanziari, emettendo titoli di debito a tasso fisso o variabile, a breve, media o lunga scadenza. L’Italia, ad esempio, emette diversi tipi di obbligazioni pubbliche come titoli con scadenza fino a 30 anni, a tasso fisso, variabile e indicizzati all’inflazione europea e raccoglie altissime quantità di risparmio dei cittadini, delle imprese e delle banche. Si chiamano Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) i titoli emessi dal Tesoro con scadenza breve; il rendimento è pagato alla scadenza del titolo. Si chiamano Certificati di Credito del Tesoro (CCT) i titoli a lunga scadenza a tasso variabile, indicizzati al tasso Euribor emessi dal Tesoro; questi pagano le cedole a scadenze prefissate, es. ogni sei mesi. I Buoni del Tesoro Poliennali sono titoli di debito indicizzati a tasso variabile con scadenza che va dai 18 mesi ai 15 anni. Scopri di piu’ su cosa sono i Titoli di Stato.