I titoli di Stato sono una vasta categoria di asset finanziari rientranti nei tipi di obbligazioni che garantiscono al proprietario del titolo il rimborso del capitale investito e il pagamento degli interessi, definiti all’emissione del titolo stesso da parte del Governo emittente.
L’articolo 2410 e seguenti del codice civile definiscono le caratteristiche delle obbligazioni quale: “tipologia di titolo di credito che consente il ricorso a un capitale di prestito da parte dell’emittente”.
Analogamente alle obbligazioni emesse da soggetti privati, i titoli di Stato all’emissione devono indicare:
- l’ammontare complessivo dell’emissione obbligazionaria;
- il valore nominale di ciascun titolo e i diritti che con esso vengono attribuiti;
- il rendimento o i criteri per la sua determinazione e le relative modalità di pagamento;
- il modo e la data di rimborso del prestito;
- le eventuali garanzie.
In Italia, il Tesoro emette titoli obbligazionari con scadenze e rendimenti diversificati, per attrarre risparmiatori, residenti e non, sia piccoli che grandi, come i fondi pensione o le banche e i Governi stranieri. I titoli di Stato italiani hanno una scadenza minima di pochi mesi, fino ad arrivare a molti anni, anche 20.
Come funzionano i titoli di Stato?
Il risparmiatore che vuole acquistare i titoli di Stato, può farlo partecipando all’asta, cioè al momento dell’emissione sul mercato primario, oppure acquistando un titolo già emesso sul mercato secondario, dove sono quotidianamente scambiati. In entrambi i casi, è necessario rivolgersi alla propria banca o ad un intermediario finanziario abilitato (dove comprare obbligazioni). Il Tesoro pubblica il calendario delle aste ed è possibile prenotare titoli almeno un giorno prima della data fissata per l’asta.
Tassazione titoli di Stato
La tassazione sui titoli di Stato è molto favorevole, rispetto ad altre forme di investimento finanziario; ciò per incentivare l’acquisto da parte dei risparmiatori con scarse competenze finanziarie e sostenere l’ingente debito pubblico. Le imposte si pagano solo sugli interessi maturati con l’aliquota del 12,5% e non sull’eventuale capital gain (la differenza tra prezzo di acquisto e di vendita).
I titoli di Stato sono, inoltre, esenti dalla tassa di successione a prescindere dalla natura giuridica del soggetto che li riceve in eredità.
Cos’è il rendimento dei titoli di Stato
I titoli emessi dai Governi hanno delle caratteristiche peculiari, proprio per via della forza dell’emittente. Molti Stati in Europa emettono titoli a lunga scadenza, a basso rischio e basso rendimento, forti della loro solida reputazione finanziaria e anche del basso carico fiscale che garantisce l’investimento. Qui potete vedere il Rendimento titoli di Stato italiani.
Possiamo distinguere due tipi di titoli di Stato in base al loro rendimento per i risparmiatori:
1. Titoli a rendimento fisso, per i quali le cedole a scadenza e il prezzo di rimborso sono predeterminati. Il rendimento può derivare:
- dallo “scarto di emissione”, ossia la differenza tra il prezzo sottoscritto (emesso “sotto la pari”, ossia a un valore inferiore a quello nominale) e quello di rimborso a scadenza (valore nominale);
- dall’incasso dell’interesse fisso nel tasso e nella periodicità (la cosiddetta cedola).
2. Titoli a rendimento variabile, che prevedono che la cedola e/o il valore di rimborso siano calcolati a una determinata data sulla base di un parametro esterno, variabile. Parametro e meccanismo di calcolo, che sono noti al potenziale sottoscrittore, determinano l’indicizzazione del titolo; questa può essere di natura:
- finanziaria, legata ad esempio al tasso bancario Euribor;
- valutaria, legata a un determinato tasso di cambio in un dato istante;
- reale, legata al tasso di inflazione di una determinata area (ad esempio l’Italia o l’eurozona); garantendo così una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi, che ha l’effetto di diminuire il valore del capitale investito nel tempo.
In paesi meno sviluppati dal punto di vista finanziario non vi sono le stesse disponibilità di risparmio e molti Governi possono emettere titoli solo a breve scadenza e con forti garanzie, oppure in valuta estera con l’euro o dollaro. Questo fa aumentare il costo complessivo del debito pubblico.
Quali sono i titoli di Stato più sicuri?
Rischio dei titoli di Stato e rendimento sono correlati perfettamente e, quindi, se l’investitore cerca un investimento ‘sicuro’ dovrà rinunciare ad un alto rendimento. Nell’area dell’euro il paese che è considerato a minor rischio è la Germania; anche le obbligazioni della Banca Europea degli Investimenti sono considerati titoli a basso rischio, anche se non sono propriamente titoli di Stato. I titoli di Stato americani sono molto scambiati nel sistema finanziario, grazie alla solidità finanziaria degli USA e alla forte domanda di titoli denominati in dollari nel mondo.
In momenti di crisi e di forte incertezza si può verificare una speculazione sui titoli di Stato; in questi casi i prezzi dei titoli possono oscillare sui mercati secondari e gli investitori devono valutare le loro scelte di acquisto e vendita con cautela.
Che cos’è lo spread sui titoli di Stato?
Anche se non esistono titoli di Stato privi di rischio, ve ne sono alcuni che sono considerati meno rischiosi e hanno anche un rendimento minore; lo spread è il differenziale di rendimento tra i titoli di uno Stato e quello considerato a rischio basso. Nell’euro zona i titoli della Germania sono considerati sicuri e lo spread dei titoli italiani, spagnoli o francesi è la differenza di rendimento tra i titoli tedeschi e questi ultimi. Lo spread si esprime in punti base, dove 100 punti base sono uguali a 1%. Ecco lo spread Italia – Germania in tempo reale.