Il trading, come qualsiasi disciplina che si voglia applicare con successo, dovrebbe essere prima di tutto studio, applicazione e costanza, dopodiché alla fine, e solo alla fine, con l’esperienza possiamo anche trovare quello “swing” che rappresenta un modo unico ed inimitabile, solo nostro, per farne un prezioso alleato dei nostri investimenti. I grafici da soli non ci dicono nulla se dietro non abbiamo una strategia di trading solida e delle tecniche specifiche a supporto.
Strategie di trading: 3 tecniche
- TRADING DISCREZIONALE: il trading opera “a manina”, solitamente si utilizza se le operazioni da eseguire non sono frequenti, se si ha del tempo a disposizione da dedicarci.
- TRADING MECCANICO: il trader “imposta” delle strategie tramite linguaggi di programmazione o tools ad hoc, dopodiché verifica periodicamente l’esito dei propri sistemi. Valido per chi esegue operazioni con maggiore frequenza rispetto al discrezionale, ha poco tempo da dedicare al trading, desidera eliminare la componente di rischio “emotiva”.
- TRADING AUTOMATICO: tramite dei software specializzati, questa tecnica è macchina 100%, quindi in un certo qual senso ci si affida totalmente a sistemi automatizzati. Valido per chi ha poco tempo da dedicare e in alcuni casi poca esperienza, quindi non riuscendo ad impostare una propria strategia o tecniche si affida direttamente a sistemi terzi.
Come interpretare il trading
Come detto sopra, il trading richiede studio, costanza, esperienza. Toglierei subito dal tavolo la scemenza che il trading sia un’arte, dimenticatelo perché se fosse un’arte non ci sarebbe circa il 70-80% dei trader che sui mercati perde soldi (basta leggere i disclaimer sui siti di qualsiasi broker di qualsiasi asset). Quindi per rientrare nella casistica di chi con il trading riesce a guadagnare in maniera costante bisogna avere una strategia, conoscere i mercati e gli strumenti in cui si mettono i soldi, ma soprattutto conoscere se stessi e le tecniche da applicare.
Elementi di ogni strategia
• Rendimento del capitale: banalmente il profitto in percentuale al capitale investito in un dato orizzonte temporale.
• Profit Factor: dovrebbe essere superiore a 2.5 per una buona operatività nella maggior parte dei casi, intesto come proporzione tra perdite e profitti. Mi spiego con un esempio pratico, se ho fatto 10 operazioni, di cui 5 in guadagno e 5 in perdita, il profitto totale delle operazioni in guadagno è 1000 Euro, la perdita totale delle operazioni in perdita è 500 Euro, il mio profit factor è 1000/500=2.
• % operazioni in profitto: se faccio 10 operazioni, di cui 6 in guadagno e 4 in perdita, la mia percentuale di profitto sarà banalmente del 60%.
Anche a livello di asset, si può fare trading praticamente su qualsiasi cosa (indici, azioni singole, valute, Futures e molto altro).
Come dico sempre se operiamo lato investimenti di lungo termine dobbiamo aprirci al mondo intero che offre infinite opportunità, sulla strategia di trading a breve termine possiamo invece essere più specifici e stabilire noi dove andare a cercare rendimenti.