Le materie prime, in inglese commodity o commodities, rappresentano un’importante categoria di investimento nel sistema finanziario globale; le materie prime per definizione sono beni fungibili, con valore fisico e costi di gestione, stoccaggio e trasporto.
Questi beni sono scambiati già dalla nascita delle borse (vedi anche cos’è la borsa valori). Lo scambio di materie prime agricole rappresenta l’esempio più semplice di trading di cui vi è traccia nella storia economica a partire dal 1700; dopo la semina dei campi, gli investitori scommettono sull’abbondanza (o scarsità) del raccolto fissando il prezzo che pagheranno alla consegna.
Che cosa sono le materie prime in finanza?
Le caratteristiche fondamentali delle materie prime sono che si riferiscono a beni fungibili, eterogenei tra loro, che possono essere raccolti, stoccati, spostati e venduti; vi sono però delle eccezioni, come nel caso dell’energia elettrica e degli indici di commodity.
Commodities: esempi di materie prime
Esempi di commodities molto popolari e molto scambiate sui mercati finanziari oggi sono il petrolio, usato per generare energia e creare la plastica, oppure l’oro, il bene rifugio per eccellenza soprattutto nei momenti di crisi, il succo d’arancia congelato, la bevanda più consumata al mondo, il grano e la soia, alla base dell’alimentazione dell’uomo.
Quante commodity (materie prime) esistono?
Le materie prime possono essere classificate in base alla categoria di beni cui fanno parte; sono di solito suddivise in agricole, industriali ed energetiche.
- Le materie prime agricole sono una vasta gamma di beni di uso o consumo agricolo, ad esempio le farine, i mangimi, la carne, il latte, la frutta o verdura congelata.
- Le materie prime industriali sono beni fungibili nel settore industriale, come il rame, l’acciaio, il coltan; l’evoluzione tecnologica incide in modo significativo sul consumo di queste commodity e sul loro valore. Ad esempio le terre rare, 17 elementi chimici della tavola periodica classificati come metalli, sono commodity il cui prezzo è cresciuto moltissimo grazie al loro ampio utilizzo nelle tecnologie energetiche e informatiche.
- Le materie prime energetiche sono beni fungibili da cui è possibile generare energia; sono ad esempio il petrolio, il carbone, l’uranio e il plutonio, insieme ai derivati e composti chimici utilizzati per la produzione di energia, come il bio-etanolo.
L’energia elettrica è una commodity?
Un discorso a parte va fatto per l’energia elettrica; essa è un servizio fondamentale prodotto e scambiato nell’economia e il valore dell’energia si misura nel suo scambio, cioè nel trading di pacchetti energetici di misura standard (es. Kilo Watt o GigaWatt). L’energia elettrica, prodotta da fonti fossili, nucleari o rinnovabili viene immessa su rete elettrica e consumata da imprese o famiglie. L’energia è un bene fungibile ed è considerata un commodity sui generis; infatti, non può essere immagazzinata o trasportata fuori dalla sua rete, a meno di un aumento molto forte del prezzo.
Nei mercati finanziari l’energia, cioè i pacchetti energetici, vengono scambiati prima che essa sia prodotta, in mercati dedicati. In Italia ad esempio gli scambi di energia si svolgono sul Mercato Elettrico. In questo mercato si osserva oggi il prezzo dell’energia di domani, domandato e offerto.
Il prezzo dell’energia è influenzato dalle stagioni; ad esempio in inverno tende a crescere per via del forte consumo di riscaldamento, mentre in autunno e primavera tende a scendere. Le tensioni geopolitiche, che possono influenzare la continuità delle forniture possono incidere sul prezzo dell’energia.
Che cosa sono gli indici su materie prime?
Spesso gli investitori nei mercati finanziari non sono interessati alla consegna effettiva delle commodity, ma vogliono scommettere sull’andamento dei prezzi; ad esempio un’azienda industriale deve acquistare dei beni petroliferi per lo svolgimento dell’attività caratteristica d’impresa, ma vuole anche contenere i costi finanziari e le perdite e può decidere di investire nel settore gas naturale, settore vicino a quello del petrolio, ma per cui non ha bisogno del bene. L’investitore può quindi decidere di investire negli indici di commodity, che sono indici di gruppi di materie prime scambiati sui mercati regolamentati. Alcuni esempi sono gli indici di panieri di merci (agricole, industriali, minerarie, petrolio o bestiame), oppure indici globali di commodity oppure indici di singole materie prime (es. il rame o il grano).
Che cosa sono i derivati su materie prime?
Un settore di grande importanza nello scambio sui mercati finanziari di commodity ad esempio è quello dei contratti derivati; questi sono contratti a termine che permettono agli investitori di scommettere sui rialzi o ribassi dei prezzi. Il grande sviluppo di questi mercati deriva dal fatto che la scommessa ha luogo senza dover sostenere le spese di stoccaggio e trasporto; inoltre, non vi è l’obbligo di acquisto a scadenza del commodity (nel caso dei contratti di opzione). Il mercato mondiale più sviluppato per lo scambio di derivati su commodity è quello di Chicago, il Chicago Mercantile Exchange. Nei mercati derivati l’ordine di acquisto o vendita viene gestito dalla Clearing House, che gestisce le eventuali perdite e garantisce la liquidità degli scambi. Grazie alla forte liquidità ed efficienza di questi mercati, i prezzi dei contratti derivati si allineano ai prezzi dei contratti sottostanti a scadenza, eliminando ogni opportunità di arbitraggio.
Chi vuole scommettere sull’andamento futuro del prezzo di una materia prima può quindi decidere di acquistare la materia prima, oppure di acquistare un contratto derivato che a scadenza conceda la possibilità (o l’obbligo) di acquistare la materia prima a quel prezzo (vedi anche broker di materie prime). Nel caso che il prezzo non si realizzi che ha acquistato la materia prima sul mercato a pronti subirà la perdita, esattamente come chi ha acquistato il contratto derivato, con la differenza dei costi di stoccaggio che il secondo tipo di investimento non comporta.