ROMA (Reuters) - Nel quarto trimestre dello scorso anno l'indebitamento delle amministrazioni pubbliche sul Pil è migliorato in termini tendenziali, mentre Roma si prepara a una procedura per deficit eccessivo.
Secondo le stime diffuse stamani da Istat, nel periodo ottobre-dicembre il rapporto deficit/Pil è passato a 5,5% dal 6,7% di un anno prima.
Rivisto in deciso rialzo il dato sull'indebitamento netto del terzo trimestre, a 6,1% dal 5,0% stimato a inizio gennaio.
Confermato invece il dato relativo all'intero 2023: 7,2% dall'8,6% del 2022, contro il 5,3% previsto dal governo.
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti questa settimana ha detto che l'Ue aprirà una procedura per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia, oltre che della Francia e di altri dieci Paesi.
Per il 2024 il governo Meloni prevede un deficit di bilancio in forte calo, al 4,3%. Roma dovrebbe rendere noti i nuovi obiettivi su crescita e conti pubblici la prossima settimana con il Def, ma Giorgetti il mese scorso ha detto che il target di indebitamento sarà sostanzialmente in linea con quello fissato a settembre.
Secondo le stime odierne dell'istituto di statistica, nel trimestre osservato il saldo primario è risultato negativo con un'incidenza su Pil dell'1,5%.
Le uscite totali delle amministrazioni pubbliche sono aumentate del 5,4% su anno e la loro incidenza sul Pil è risultata pari al 62,3%, mentre le entrate totali sono cresciute del 7,9% con un'incidenza sul Pil del 56,8%.
La pressione fiscale è risultata al 50,3%, in aumento a livello tendenziale.
Il reddito disponibile delle famiglie è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi è calata dell'1,0%.
La propensione al risparmio è stimata al 7,0%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e in rialzo anche su anno, mentre il potere d'acquisto è diminuito dello 0,5% congiunturale ma comunque, sottolinea Istat, "registra la prima variazione tendenziale positiva dopo sette trimestri di flessione".
La quota di profitto delle società non finanziarie è stimata al 44,4%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, mentre il loro tasso di investimento risulta pari al 20,2%, in flessione di 0,5 punti percentuali.
(Antonella Cinelli, Valentina Consiglio, editing Andrea Mandalà)