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5 motivi per cui i trader vendono dollari USA

Pubblicato 19.07.2019, 10:41

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 19 luglio 2019

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management

Gli investitori stanno vendendo dollari USA e vorremmo spiegarvi il perché. Tutte le principali valute sono salite contro il biglietto verde giovedì ad eccezione del dollaro canadese. Ci sono almeno 5 motivi che spiegano la debolezza del biglietto verde nelle ultime 24 ore:

5 motivi per cui i trader vendono dollari USA

  1. La Federal Reserve è pronta a tagliare i tassi questo mese
  2. L’Iran ha sequestrato una petroliera estera
  3. Il Segretario al Tesoro USA Mnuchin suggerisce una possibile variazione nella politica del dollaro
  4. Gli utili deludenti hanno pesato sui titoli
  5. Il cambio USD/JPY chiude ai minimi di un mese

Uno dei motivi che spiegano la debolezza del dollaro USA è che la Federal Reserve è pronta ad abbassare i tassi di interesse questo mese. Nonostante la Fed possa garantire solo un taglio dei tassi nel 2019, il solo fatto che stiano per intervenire dopo il taglio dei tassi di dicembre indica un cambio di direzione nella politica monetaria. Inoltre gli investitori sono preoccupati dalle tensioni in Medio Oriente dopo che l’Iran ha sequestrato una petroliera. Se ben ricordate, gli USA stavano per colpire l’Iran a giugno dopo che un drone americano è stato abbattuto sullo Stretto di Hormuz. Il Segretario al Tesoro Mnuchin giovedì mattina ha accennato alla possibilità di un cambio di politica sul dollaro. Ha dichiarato che “per ora” non ci saranno variazioni alla politica monetaria, e questo fa pensare che si potrebbe decidere di modificare l’approccio del governo a favore un una valuta forte per sostenere la bilancia commerciale del paese. In tutto ciò, è in corso la stagione degli utili e i risultati finora sono stati mediocri. I titoli sono scesi 4 giorni di fila e questo sta pesando sul cambio USD/JPY. La bilancia commerciale del Giappone non aiuta e lascia il cambio USD/JPY vicino al minimo mensile. Nel prossimo futuro ci aspettiamo ulteriori ribassi ed un possibile test dei minimi di giugno vicino a 106,78.

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La sterlina britannica ed il dollaro australiano hanno segnato le migliori performance. Le vendite al dettaglio hanno superato di gran lunga le aspettative, segnando un rialzo dell’ 1% a giugno contro la previsione di un calo dello 0,3%. I consumi (carburanti auto esclusi) sono stati molto positivi e questo ci dice che la domanda sottostante è forte. Questo aumento copre ampiamente i cali di aprile e maggio e attenuerà i timori sull’impatto di minori investimenti delle imprese. I trader della sterlina sono stati incoraggiati dalla notizia che l’Unione Europea potrebbe essere aperta verso una soluzione alternativa e questo è un focolaio di tensione per i due candidati a Premier.

Il dollaro australiano è salito dopo i recenti dati sul mercato del lavoro. Sono stati creati 0,5K nuovi posti di lavoro part time a giugno. I posti di lavoro full-sono aumenti di 21K, un aumento che ha lasciato il tasso di disoccupazione invariato al 5,2%. I dati potevano essere peggiori secondo quanto anticipato dagli indici PMI, dunque gli investitori hanno tirato un sospiro si sollievo. Il cambio AUD/USD è poco al di sotto del massimo di 3 mesi e potrebbe salire nei prossimi giorni.

In ultimo ma non meno importante, il dollaro canadese che non è riuscito a partecipare in questo rialzo generale a causa dei calo dei prezzi del petrolio per il sesto giorno consecutivo. Il prezzo del greggio è crollato a 55 dollari al barile, il minimo di quasi un mese. Le vendite al dettaglio canadesi saranno rilasciate venerdì e gli investitori temono che, vista la cautela della Banca del Canada, potremmo vedere dati più deboli. Se i dati saranno deboli potremmo vedere il cambio USD/CAD in calo.

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