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Il secco no del governo francese ha interrotto sul nascere un maxi deal nel settore della grande distribuzione. Dopo il testa coda, ora Carrefour (PA:CARR) sta testando un livello di supporto.
Dai primi rumors al definitivo stop alle trattative non è trascorsa neanche una settimana, durante la quale il gruppo Carrefour è stato prima sedotto e poi, complice uno stato padrone, abbandonato.
Tutto è nato quando Bloomberg ha reso noto che erano in corso dei colloqui tra i vertici di Carrefour e quelli della canadese Couche-Tard, una compagnia prevalentemente attiva nel settore petrolifero e fino a quel momento mai troppo interessata alla distribuzione capillare fuori dai confini americani, colloqui che avrebbero visto il gigante transalpino oggetto di un’offerta da 20 miliardi di euro, calcolata poi in circa 20 euro ad azione.
Una notizia confermata dagli stessi interessati, che ha fatto schizzare le quotazioni da 15 a circa 18 euro ad azione in poche ore. Poi però il ministro Le-Maire ha iniziato a porre il veto all’operazione, giustificando la propria posizione intransigente con l’interesse nazionale e con un’opzione che il governo avrebbe su qualsiasi deal e cosi in poche ore è tramontata quella che sarebbe potuta essere la maggiore operazione di M&A del settore. La reazione su Carrefour è stata immediata, con i corsi che sono tornati da dove erano venuti e che a questo punto stanno testando un’importante area di supporto.
Sfruttando la gamma di certificati messi a disposizione dall’emittente UniCredit (MI:CRDI), segnaliamo la possibilità di apertura di una posizione (ISIN: DE000HV4GVF9) che permette di partecipare con una leva di ben 4 volte la lineare. La struttura presenta lo stop loss intrinseco sulla posizione a 11,40 euro, pertanto il raggiungimento di tale livello provocherebbe l’azzeramento del prodotto. Un primo target di movimento potrebbe essere il livello dei 16,50 euro, livello chiave nell’euforia della salita post-news, distante circa il 12,2% dalle quotazioni attuali. Al momento l’acquisto è possibile al prezzo lettera di 3,47 euro.
Si ricorda che utilizzando leve maggiori, si avrà una maggiore oscillazione dei prezzi ma anche un esborso di capitale minore. E’ sempre opportuno fare riferimento al capitale che si intende controllare, anzichè a quello investito realmente: ipotizzando, a titolo di esempio, di voler controllare 10.000 euro, si investiranno 1000 euro con un Turbo a leva 10 e 2500 su un turbo a leva 4. Il risultato operativo dell’investimento sarà tuttavia il medesimo a fronte, sempre a titolo di esempio, di una variazione positiva o negativa del titolo dell’1%