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Delusione dai dati di Eurolandia in vista della BCE giovedì

Pubblicato 01.09.2014, 14:12
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Forex News and Events

In questo lunedì sono i dati economici a guidare i prezzi sul forex. Alla debolezza dei PMI manifatturieri in Asia si sono aggiunti i dati deludenti di Eurozona e Regno Unito riferiti ad agosto. Francia e Italia sono scivolate nella zona di contrazione (sotto i 50 punti), l’indice manifatturiero del Regno Unito è crollato ai minimi da più di un anno. EUR e GBP continuano a risentire della pressione a vendere in vista delle riunioni di BCE e BoE del 4 settembre. Visto il forte calo nelle previsioni d’inflazione dell’Eurozona, siamo curiosi di sentire cosa dirà giovedì il presidente della BCE Draghi nel suo intervento mensile. Le previsioni d’inflazione di lungo periodo sono ancora “ancorate”?

Nessuna notizia positiva dall’Eurozona, inclinazione negativa per l’EUR

Nel corso dell’ultima settimana il complesso EUR ha avuto un andamento peggiore rispetto alle altre valute del G10 (fatta eccezione per la SEK), permangono forti pressioni negative perché la situazione politica ed economica nei paesi dell’Eurozona rimane incerta. I PMI manifatturieri definitivi di agosto, pubblicati stamattina, sono stati piuttosto deboli, quelli di Francia e Italia sono riscesi sotto i 50 punti, in zona di contrazione. Inoltre, come previsto il PIL tedesco si è contratto dello 0,2% nel secondo trimestre, la crescita su base annua è rimasta stabile allo 0,8% (dato non destagionalizzato). C’è stato un rallentamento nei consumi privati e nella spesa pubblica, gli investimenti di capitale sono calati del 2,3% (rispetto al -1,3% previsto e al 2,3% del trimestre precedente). La domanda interna è cresciuta di un esiguo 0,1%, le importazioni hanno subito un rallentamento, passando dal 2,2% all’1,6%, le esportazioni sono aumentate inaspettatamente dello 0,9% (rispetto allo 0,2% previsto e precedente). Giacché il motore della crescita dell’Eurozona sembra rientrare quasi in recessione, la settimana si è aperta con una scarsa propensione per l’EUR. Dopo il rimpasto di governo della scorsa settimana in Francia, il sentiment per l’EUR rimane nettamente ribassista. Nel suo intervento a La Rochelle di ieri, il primo ministro francese Manuel Valls ha definito l’ultimo pacchetto di stimoli della BCE un “segnale forte”, anche se ha chiesto un ulteriore intervento della BCE per evitare la deflazione nell’unione monetaria dei 18 paesi europei. Oggi il presidente francese Hollande incontrerà il presidente della BCE Draghi a Parigi, mentre i regolatori della BCE s’incontreranno il 4 settembre a Francoforte per definire la politica di settembre della BCE. Alla luce della forte flessione nelle previsioni di mercato sull’inflazione a lungo termine, secondo noi Draghi adotterà toni accomodanti alla conferenza stampa mensile. Secondo Barclays, in media l’inflazione prevista dai mercati per i prossimi cinque anni è scesa all’1,95%, sotto il 2,0% monitorato con attenzione dagli operatori. A Jackson Hole, Draghi si era detto disposto a utilizzare “tutti gli strumenti disponibili, necessari per assicurare la stabilità dei prezzi nel medio termine”, sollevando altri dubbi sul fatto che le previsioni d’inflazione continuino a essere “ben ancorate”! Questi sviluppi genereranno un nuovo intervento della BCE nei prossimi mesi?

Come riferito dal quotidiano greco Ta Nea, secondo Coeure (BCE) la banca centrale europea è “pronta ad offrire altra liquidità alle banche, a condizione che esse aumentino i crediti concessi all’economia reale”. Sull’onda delle previsioni di nuovi stimoli dalla BCE (parliamo soprattutto di acquisti di bond attraverso un programma di QE), i rendimenti dei bond della periferia europea rimangono sui minimi storici. I rendimenti dei decennali spagnoli quotano al 2,19%, i decennali italiani al 2,40%, mentre quelli francesi hanno toccato l’1,25%. L’EUR/USD si è indebolito ulteriormente, scendendo a 1,3105 (minimo 6 settembre 2013) e le forti barriere per le opzioni probabilmente limiteranno la forza dell’EUR per tutta la settimana, ci sono voluminose offerte per le opzioni prima di 1,3200.

L’EUR/GBP è sceso a 0,78918 perché la flessione di venerdì ha generato un’accelerazione del momentum negativo. Si sta formando una resistenza sopra 0,79500 (le medie mobili a 21 e 50 giorni stazionano rispettivamente a 0,79692 e 0,79547), per tutta la settimana sotto 0,79500 si susseguono consistenti barriere per le opzioni. La base valutaria incrociata a tre mesi indica una preferenza incerta e volatile per l’EUR rispetto alla GBP. Il supporto chiave staziona a 0,78743 (minimo 23 luglio e minimo da due anni). Continuiamo a vendere sui rally, perché la nostra impostazione ribassista di lungo termine rimane invariata.

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The Risk Today

EUR/USD L’EUR/USD continua a muoversi al ribasso ed è ora vicino al supporto chiave a 1,3105 (minimo 06/09/2013). Resistenze orarie per un rimbalzo a breve termine possono essere trovate a 1,3221 (massimo 28/08/2014) e a 1,3297 (massimo 22/08/2014). A più lungo termine, da maggio 2014, l’EUR/USD ha fatto segnare una successione di massimi e minimi più bassi. Per il lungo termine si favorisce un declino verso la forte area di supporto compresa fra 1,2755 (minimo 09/07/2013) e 1,2662 (minimo 13/11/2012). Tuttavia, nel breve periodo monitorate il supporto chiave a 1,3105 (minimo 06/09/2013), viste le generali condizioni d’ipervenduto. Una resistenza chiave staziona a 1,3444 (massimo 28/07/2014).

GBP/USD La coppia GBP/USD rimbalza dopo l’inversione rialzista intragiornaliera registrata il 25 agosto. Occorre una violazione incisiva della resistenza oraria a 1,6601 e della tendenza discendente (attorno a 1,6625) per lasciare spazio a un indebolimento delle pressioni di vendita. Altre resistenze orarie possono essere trovate a 1,6679 e a 1,6739. I supporti orari si attestano a 1,6537 e a 1,6501 (minimo 25/08/2014). In un’ottica a più lungo termine, la rottura del supporto chiave a 1,6693 (minimo 29/05/2014, si veda anche la media mobile a 200 giorni), annulla le prospettive positive generate dai precedenti massimi degli ultimi 4 anni. Tuttavia, la mancanza di un pattern d’inversione ribassista a medio termine e le condizioni d’ipervenduto di breve termine non suggeriscono una visione ribassista definitiva. Un supporto chiave staziona a 1,6460 (minimo 24/03/2014).

USD/JPY L’USD/JPY si consolida in seguito al tentativo fallito di reggere oltre la resistenza chiave a 104,13. Monitorate il supporto a 103,50 (si veda anche la linea di tendenza ascendente) e la resistenza a 104,49. Viene favorita un’impostazione rialzista di lungo periodo finché reggerà il supporto chiave a 100,76 (minimo 04/02/2014). La rottura al rialzo dalla fase di consolidamento tra 100,76 (minimo 04/02/2014) e 103,02 favorisce una ripresa del trend rialzista di fondo. Resistenze robuste possono essere trovate a 105,44 (massimo 02/01/2014) e a 110,66 (massimo 15/08/2008).

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USD/CHF L’USD/CHF rimane ben supportato come si può osservare dai nuovi massimi odierni. Supporti orari si attestano a 0,9139 (minimo 29/08/2014) e a 0,9104 (minimo 22/08/2014). Da una prospettiva a più lungo termine, i recenti miglioramenti tecnici rimandano alla fine della grande fase correttiva messa in campo da luglio 2012. Un primo potenziale di rialzo implicato dalla formazione marzo-maggio a doppio fondo è pari a 0,9207. Resistenze chiave si attestano a 0,9250 (massimo 07/11/2013) e a 0,9456 (massimo 06/09/2013).

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