Digital Magics - Il digitale che innova è un aiuto all’Italia

Pubblicato 19.05.2020, 16:23
DMG
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Digital Magics (MI:DMG) [DMG.MI], non intende rallentare il programma degli investimenti a causa della paralisi economica provocata dalla pandemia.

L’incubatore di startup italiano, che conta nel portafoglio 69 società, continuerà a cercare nuove realtà nel mondo dell’innovazione digitale, con l’obiettivo di guidarle dal progetto iniziale fino all’IPO. “Sarà un anno difficile”, racconta a Websim Marco Gay, amministratore delegato e socio di Digital Magics, “ma andremo avanti con concretezza e determinazione, investendo sia nelle startup che stanno crescendo sia in quelle che hanno bisogno di denaro per continuare a ingrandirsi. Del resto, noi siamo digital per vocazione, questo ci ha permesso di continuare a operare negli ultimi due mesi, consapevoli anche del fatto che il nostro lavoro andrà a beneficio del Paese. Punteremo molto sulla Open Innovation e in questo campo con 21 progetti sviluppati nel 2019 con importanti aziende come Terna (MI:TRN), Poste Italiane (MI:PST), Electrolux, Moleskine, Philip Morris”.

Fondata nel 2003 da Enrico Gasperini, Alberto Fioravanti e Gabriele Ronchini, Digital Magics è sbarcata nel luglio 2013 su Aim - il mercato di Borsa italiane per le Pmi - divenendo il primo incubatore di startup a quotarsi in Europa.

Tra i suoi azionisti, conta big come Tamburi Investment Partners (attraverso la controllata Startip), il gestore di fondi Innogest e Universitas Mercatorum – Pegaso Telematica. Nel suo portafoglio di partecipazioni ci sono nomi noti: da Talent Garden, realtà principe del coworking italiano ed europeo, a HyperloopTT, società che ha brevettato un sistema per far viaggiare persone e merci con una velocità senza precedenti. E ancora: Macingo, piattaforma online per l’organizzazione di traslochi, ed Eli Wms, quest’ultima inventrice di un sistema per la gestione dei magazzini in cloud che ha attirato l’interesse anche di Google (NASDAQ:GOOGL).

Il 2019 è stato un anno di crescita. Le 69 startup dell’ecosistema hanno raccolto 36,6 milioni di euro (+224% sul 2018). Lo scorso anno Digital Magics ha investito complessivamente oltre 2,6 milioni di euro. E insieme agli investimenti, sono cresciuti i numeri della società, il cui fatturato aggregato si è attestato intorno ai 78 milioni (+32% rispetto al 2018). “Noi siamo distribuiti con le nostre sedi su tutto il territorio nazionale”, prosegue Gay, “e lavoriamo tutti i giorni per attrarre i migliori talenti dall’Italia e dall’estero. Recentemente abbiamo avuto anche una exit importante, quella della startup Moneymour, ceduta alla multinazionale svedese Klarna. Un’operazione che ci ha portato un ritorno pari a circa tre volte il capitale investito”.

Negli anni la società ha focalizzato la sua attenzione sui grandi trend continentali: “Abbiamo partecipazioni molto rilevanti in aziende fintech e insurtech”, prosegue l’ad, “perché li riteniamo mega trend d’innovazione, peraltro solo agli inizi. Poi puntiamo molto sul mondo del foodtech, ovvero l’innovazione legata al food delivery di qualità. E non possiamo fare a meno di interessarci a tutto quello che si muove nel settore del marketing e della comunicazione, perché noi veniamo da quel mondo. In generale, comunque, ci interessa tutto il mondo dei digital enablers - IoT, BlockChain - del Sas (Software as a Service) e della digitalizzazione dei processi. Questo ci consente di avere una grande affinità con l’industria più tradizionale”.

Il mondo dell’innovazione diverrà ancora più importante, nella nuova normalità, che viviamo e vivremo per l’emergenza coronavirus. Nel decreto Rilancio del governo sono state introdotte alcune misure a favore delle startup: dal rafforzamento del Fondo per il sostegno del venture capital, alle agevolazioni fiscali. “Le startup hanno bisogno di liquidità come tutte le altre aziende, questo è un tema centrale”, ha commentato Gay, “noi, con il nostro ecosistema, stiamo facendo tanto, ma è giusto che l’Italia si renda conto che le startup sono un’industria strategica. La defiscalizzazione per chi investe in equity dovrebbe salire, almeno al 50-60%. E poi sarebbe utile sburocratizzare il più possibile il percorso di crescita delle startup. Qui, a nostro parere, verrà giocato parte il futuro industriale del nostro Paese, in cui ci sono talenti straordinari che aspettano solo di essere esprimersi”.

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