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GBP: cosa aspettarsi dalla BoE

Pubblicato 06.05.2021, 00:23
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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Rassegna giornaliera sul mercato forex, 5 maggio 2021

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Dopo il report di venerdì sull’occupazione non agricola negli USA, l’annuncio di politica monetaria della Banca di Inghilterra è il secondo evento più importante della settimana. Come la Reserve Bank of Australia, la BoE dovrebbe lasciare la politica invariata. C’è solo una piccola possibilità di una riduzione, ma c’è una possibilità molto elevata che vengano riviste le proiezioni economiche. La BoE ha molto su cui essere ottimista. Il Regno Unito è al primo posto nella campagna vaccinale mondiale, visto che più della metà della sua popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro il COVID-19. I nuovi casi giornalieri sono scesi sotto i 2.000, un bel cambiamento rispetto ai 68.000 casi riportati l’8 gennaio. Grazie anche al drastico calo dei decessi, l’economia britannica  è pronta a riaprire tutto e terminare le restrizioni a partire dal 21 giugno. Ristoranti, pub e palestre hanno riaperto da qualche settimana e l’economia sta già iniziando a registrare i primi risultati, con l’indice PMI al livello più alto degli ultimi 89 mesi. Quando il paese riaprirà completamente, vedremo una spinta ancora più forte verso la crescita.

Sebbene la BoE si aspetti una ripresa, lo slancio è stato più forte del previsto per via della velocità con cui il governo è riuscito a vaccinare più della metà della popolazione. Insieme alla forte ripresa degli USA e all’inevitabile riapertura delle nazioni della zona euro, le previsioni per il Regno Unito oggi sono molto più rosee rispetto a febbraio, al momento del rilascio delle ultime proiezioni. Oltre alla revisione al rialzo delle proiezioni economiche, ci aspettiamo che la BoE prepari il terreno ad una riduzione degli acquisiti per l’estate, che potrebbe riaccendere il rally della GBP.

Effettivamente è sorprendente che la sterlina sia salita solo in maniera marginale contro il dollaro USA e l’euro alla vigilia del vertice della BoE, ma il posizionamento è importante. La sterlina è stata in uptrend negli ultimi sei mesi e questi guadagni riflettono il posizionamento degli investitori verso una BoE meno cauta. È fuor di dubbio che la BoE deciderà di ridurre il programma di acquisti prima della Fed, e c’è una buona probabilità che possa essere la prima anche ad alzare i tassi di interesse. Dunque, a meno che la banca centrale si mostri preoccupata o non intenzionata a rivedere le proiezioni economiche, il che è molto improbabile, il cambio GBP/USD dovrebbe salire dopo l’annuncio di politica monetaria.

La nostra visione rialzista sul cambio GBP/USD è confermata dai dati economici deludenti rilasciati oggi negli USA. L’attività del settore dei servizi è inaspettatamente cresciuta ad un ritmo più lento ad aprile. Gli economisti avevano previsto un aumento dell’indice ISM del settore dei servizi, ma la lettura è scesa da 63,7 a 62,7 a causa di un numero minore di ordini. La componente relativa all’occupazione è aumentata e questo è incoraggiante per il report NFP di venerdì. Secondo l’ADP, la crescita occupazionale è stata molto forte il mese scorso, con le aziende che hanno creato 742.000 posti di lavoro nel settore privato. Tuttavia, così come per i dati ISM, ci si aspettava qualcosa di più. La performance mista del dollaro USA è un segnale che gli investitori temono che i dati sull’occupazione non agricola possano deludere le aspettative.

I dati PMI rivisti al ribasso nella zona euro hanno tenuto l’euro sotto pressione, mentre i prezzi delle materie prime sono schizzati. I dati migliori del previsto sul mercato del lavoro in Nuova Zelanda hanno contribuito a spingere il NZD. La Reserve Bank of New Zealand si è detta “pronta a stringere le condizioni per la concessione del credito per l’acquisto di case” se i prezzi non scenderanno. Anche in Australia il mercato immobiliare è molto forte, le concessioni edilizie sono schizzate del 17% a marzo, decisamente di più rispetto all’aumento del 3% previsto. Il cambio  USD/CAD è sceso al minimo di tre anni nonostante il calo dei prezzi del petrolio.

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