Stamattina, quando mancano due giorni alla riunione della BCE, sarà pubblicata la stima preliminare sul PIL dell’Eurozona del quarto trimestre (dato destagionalizzato). Si prevede che il dato rimanga invariato allo 0,3% t/t e all’1,5% a/a. La crescita dell’Eurozona è indubbiamente molto debole.
Riteniamo che un tasso di crescita del PIL così basso non sia sufficiente a innescare pressioni inflazionistiche maggiori. L’IPC dell’Eurozona è sceso in territorio negativo, a gennaio si è attestato al -0,2%. I fondamentali sono in qualche modo allarmanti e la politica monetaria attuale non ha ancora dimostrato la sua efficacia. È chiaro che la BCE abbasserà i tassi sui depositi al -0,4%. Inoltre, siamo convinti che saranno adottati tassi d’interesse negativi, se non questo mese a giugno.
Crediamo inoltre che Draghi potrebbe decidere di aumentare l’entità del programma di acquisto di bond, che supererebbe quindi i 60 miliardi di euro al mese. Non ci aspettiamo granché da questa strategia e non crediamo che genererà un’inflazione sufficiente. Questa strategia non si è dimostrata efficace negli USA, né in Giappone, quindi rimaniamo scettici sul potenziale successo che questo genere di politica monetaria potrà avere in Europa. Ricorrere di nuovo a una strategia che non funziona non la farà funzionare. L’unico vincitore sarà l’oro, che ha iniziato l’anno alla grande.