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Nell’Eurozona la propensione al rischio rimane limitata e continuano le vendite di bond dei paesi periferici. L’EUR/USD trova un po’ di supporto parallelamente all’aumento dello spread fra i rendimenti del centro e della periferia di Eurolandia. Chi vende sui massimi va a caccia di buone opportunità per incassare i profitti prima del fine-settimana. Il complesso EUR è comprensibilmente ultrasensibile a qualsiasi discussione sull’allentamento quantitativo (QE). Mentre l’inflazione nell’Eurozona rimane bassa in modo inquietante, le divergenze fra i regolatori dell’Eurozona non fanno che intensificare le tensioni. In Brasile, nel giro di due giorni il real ha perso un decimale nei confronti dell’USD perché gli ultimi sondaggi danno Rousseff favorita per la vittoria al ballottaggio del 26 ottobre.
Venti freddi nell’Eurozona
La propensione al rischio per l’EUR continua a essere limitata, il rendimento dei decennali greci è salito al 9% per la prima volta dall’ottobre 2013. Gli operatori cercano una rapida via d’uscita per liberarsi dai rischi dei titoli periferici e il calo della liquidità fa aumentare l’ansia; i rendimenti dei decennali portoghesi (+50 punti base), italiani (+35 pb) e spagnoli (+20 pb) sono aumentati sensibilmente. La correlazione in essere a 40 giorni fra gli spread dei decennali spagnoli e tedeschi ha superato il 50%, e ciò spiega in parte perché l’EUR/USD sia riuscito a mantenere il supporto, anche dopo il debole IPC di ieri. Man mano che aumenta la frammentazione nell’Eurozona, l’EUR/USD si apprezza perché gli operatori hanno bisogno di nuovi indizi su un potenziale QE dalla BCE (come supporto). Sebbene il momentum rialzista si stia rafforzando, prima di 1,30 dominano le strategie di vendita sui massimi, perché prevalgono i rischi negativi per l’EUR. I mercati sono molto sensibili ai commenti legati al QE, visto che la ripresa dell’Eurozona rimane molto fragile.
D’altro canto, le discrepanze fra i regolatori fanno aumentare le tensioni al cuore dell’Eurozona. Il presidente della BCE Draghi chiede insistentemente un sostegno politico per portare avanti delle riforme fiscali (tasse più basse, consolidamento fiscale meno stringente) per evitare che in Europa s’instauri una pericolosa spirale deflattiva. Il dato aggregato riferito all’ICP dell’Eurozona è salito allo 0,4% su base mensile a settembre; l’IPC a/a è rimasto stabile allo 0,3%, l’IPC di fondo è salito dallo 0,7% allo 0,8%. Alla luce dei preoccupanti dati macrofondamentali, i paesi periferici chiedono un ulteriore accomodamento per uscire dalla recessione, invece i politici tedeschi e la Bundesbank sono stufi di stimoli monetari e del persistente caos finanziario. Ieri il cancelliere tedesco Angela Merkel ha detto che gli aiuti economici non vengono sfruttati interamente e ha aggiunto che “in Germania stiamo dimostrando che è possibile rafforzare crescita e investimenti senza abbandonare il percorso del consolidamento”. In Europa soffiano venti freddi.
Volatilità implicita del BRL superiore al 25% !
Durante le ultime due sedute di contrattazioni, il real brasiliano è stato venduto in modo aggressivo. L’USD/BRL ha guadagnato un decimale (!), raggiungendo quota 2,5061, dopo che, dagli ultimi sondaggi (Datafolha e Ibope), Neves sembrerebbe staccato rispetto a Rousseff con il 38% di probabilità (rispetto al 34% di un mese fa). Secondo il sondaggio Datafolha, la campagna di Rousseff è più efficace nel convincere gli indecisi, invece Neves non sembra in grado di trarre vantaggio dai sostenitori di Silva.
Nella settimana fino al 17 ottobre, nemmeno il brusco calo dei prezzi del petrolio (buone notizie per il deficit delle partite correnti brasiliano) è riuscito a spingere la domanda di BRL. La coppia USD/BRL ha compiuto un rally fino ai livelli preelettorali (primo turno), la volatilità implicita a un mese ha superato il 25% per la prima volta da tre anni. Le inversioni di rischio a 3 mesi (25 delta, calcolate sottraendo alla volatilità implicita delle opzioni call la volatilità implicita delle opzioni put) si sono impennate ai massimi da più di un anno, a conferma dell’inclinazione negativa rispetto al BRL fra gli operatori. Man mano che si avvicina il ballottaggio del 26 ottobre, prevediamo un’impennata delle volatilità e un’azione aggressiva sui prezzi. A 2,6202 (massimo da più di 9 anni) staziona una resistenza critica. Gli ordini d’acquisto per le opzioni a 2,40/2,50 probabilmente garantiranno un’impostazione rialzista prima della campanella di chiusura settimanale.
The Risk Today
EUR/USD Ieri l’EUR/USD ha registrato una grande ombra giornaliera inferiore di ieri, lasciando presagire un continuo interesse all'acquisto a breve termine. Tuttavia, date le resistenze a 1,2901 (vedasi anche il canale ascendente) e a 1,2995, non auspichiamo un significativo potenziale al rialzo. Supporti orari possono essere trovati a 1,2706 (minimo 16/10/2014) e a 1,2625 (minimo 15/10/2014). A più lungo termine, l’EUR/USD registra un’impostazione al ribasso da maggio 2014. La rottura della solida area di supporto tra 1,2755 (minimo 09/07/2013) e 1,2662 (minimo 13/11/2012) spiana la strada a un declino verso il forte supporto a 1,2043 (minimo 24/07/2012). Di conseguenza, la recente forza presso l’EUR/USD è vista come una mossa in controtendenza. Una resistenza importante si trova a 1,2995 (massimo 16/09/2014).
GBP/USD La coppia GPB/USD sta rimbalzando in prossimità del supporto chiave a 1,5855. Resistenze orarie possono essere trovate a 1,6127 (massimo 13/10/2014) e a 1,6227. Un supporto iniziale si trova a 1,6021 (massimo intragiornaliero). A lungo termine, il crollo dei prezzi dopo aver raggiunto i massimi da 4 anni ha creato una forte resistenza a 1,7192, che probabilmente non verrà infranta nei prossimi mesi. Malgrado il recente slancio ribassista di breve termine, puntiamo a un rimbalzo temporaneo vicino al supporto a 1,5855 (minimo 12/11/2013). Una resistenza importante giace a 1,6525.
USD/JPY L’USD/JPY è stato esposto a significative ombre giornaliere inferiori negli ultimi due giorni, suggerendo un certo interesse d'acquisto nei pressi del recente minimo a 105,23. È necessaria una rottura della resistenza oraria a 106,81 (vedasi anche la linea di tendenza discendente) per migliorare la struttura tecnica a breve termine. Una resistenza chiave si trova a 107,59. Viene favorita un’impostazione rialzista di lungo termine finché reggerà il supporto chiave a 100,76 (minimo 04/02/2014). Malgrado una probabile fase di consolidamento di medio termine dopo il test positivo dell’importante resistenza a 110,66 (massimo 15/08/2008), propendiamo per un eventuale graduale movimento al rialzo. Troviamo un'altra resistenza a 114,66 (massimo 27/12/2007). Un supporto importante si trova a 105,44 (massimo 02/01/2014).
USD/CHF L’USD/CHF permane finora nel suo canale discendente. Tuttavia, i supporti chiave si attestano a 0,9368 e a 0,9301. Le resistenze orarie possono essere trovate a 0,9491 (vedasi anche il canale discendente) e a 0,9562. In una prospettiva di più ampio respiro, la struttura tecnica favorisce un pieno ritracciamento dell’ampia fase correttiva iniziata nel luglio 2012. Di conseguenza, la recente debolezza viene vista come un movimento in controtendenza. Un supporto chiave si trova a 0,9301 (minimo 16/09/2014). Una resistenza giace ora a 0,9691 (massimo 06/10/2014).