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Mercati finanziari settimana 23 novembre

Pubblicato 22.11.2015, 12:55
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


L’attentato di Parigi non ha spaventato più di tanto, se limitiamo il discorso ai mercati finanziari. Anzi tutta in rialzo la settimana per i principali indici, che di fatto negano i segnali di debolezza visti la scorsa settimana. Si è più guardato al lato positivo, è cioè ai segnali distensivi in funzione antiterrorismo nei confronti della Russia, che non a caso è stata la protagonista della settimana anche per le borse (+9%).

Siamo ora di più o meno nella stessa area di resistenze che avevano respinto i prezzi nella precedente ottava. Come già sappiamo sono settimane di posizionamenti (quindi di trading) in attesa delle decisioni delle banche centrali (tassi Usa, nuovi stimoli BCE). Il tutto in un quadro che è tutt’altro che omogeneo e lineare, anche all’interno della stessa area (vedi Europa).

USA: deciso rialzo dei due indici, con nuovi acquisti dai supporti di area 2.014 per S&P500. Quadro generale che rimane assai dubbio: trend di fondo ancora tecnicamente impostato al rialzo ma senza vera crescita (prezzi allo stesso livello di 12 mesi fa), con RSI in divergenza ancora negativa ed MACD che ha invece incrociato al rialzo. Segnalo che sul giornaliero non siamo in ipercomprato, quindi potenzialmente spazio per salire ancora nel breve. Nel caso, la rottura di 2017 potrebbe calamitare nuovi acquisti. Ma l’outlook di medio periodo rimane, a mio avviso, più sul versante rischio che opportunità.

Europa: tutti in aumento gli indici principali, ma si rafforza la debolezza relativa della periferia (Italia, Spagna, Portogallo e naturalmente Grecia) rispetto alla Germania, che sembra già aver dimenticato lo scandalo VW. Il Dax dà il segnale rialzista più convincente della settimana, segnando nuovi massimi di periodo e andando a rompere la trend-line ribassista dai massimi di aprile; 10500 nuovo supporto principale a sostengo di questo trend, che ha un primo obiettivo quantomeno in area 11.500

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Italia: sembra si sia raffreddato l’innamoramento dei mercati finanziari per l’indice italiano FTSE MIB. Bilancio alla fine positivo (+1,4%), ma molta fatica e l’impressione che sia stato un rialzo al traino di USA e DAX. Di nuovo, necessario che le banche cambino marcia per rivedere autonoma brillantezza. Quadro tecnico che non muta, sul settimanale non vi è ancora un chiaro segnale rialzista.

Asia: spicca solo la già citata Russia, in un quadro di sostanziale stabilità e modeste variazioni. Scende comunque la forte volatilità vista in precedenza su questa area, ed è già un buon segnale. Indice di Shangai ad un bivio: se il canale ribassista disegnato ha un senso (ancora tutto da provare, per ora nessun accenno di ribasso), allora siamo in una chiara zona di resistenza statica e dinamica

Positivo anche il Giappone, con il paese al secondo trimestre di PIL negativo (-0,2%), quindi tecnicamente in recessione. Cominciano ad affiorare dubbi sull’efficacia degli stimoli economici, ma non mi sorprenderebbe scoprire nel tempo che analoghe ricette di allentamento monetario possano non funzionare allo stesso modo su economie diversamente strutturate (Usa, Europa, Giappone). Nikkei conferma i segnali rialzisti delle ultime settimane, probabile che area 20.000 possa nel breve contenere gli acquisti. 18.500 sempre il supporto principale a sostegno del movimento.


Latin America: buona settimana per l’area, che chiude in buon rialzo. In particolare l’Bovespa (+3,5%) che si riallontana dai minimi di agosto. Performance in euro (tipo ETF BRA) migliorata dal rafforzamento del Real in settimana (vale per molti emergenti). Guardando all’indice, nulla di nuovo da segnalare se non una lunga fase di stabilizzazione tra supporti (45.000) e resistenze (area 50.000)

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Metalli: forse la peggiore settimana dell’anno per i metalli industriali nel complesso, che aggiornano nuovi minimi a 6 anni. Rame senza freni, fuoriesce anche dal canale che finora aveva contenuto le spinte ribassiste. Ora da attendere che si fermi la caduta prima di ridisegnare nuovi livelli di riferimento. Poco sotto c’è area 200, possibile che da quelle parti possa esserci un freno. Anche l’Oro aggiorna di poco i minimi, e da rilevare che non vi è stata una reazione degna di nota neanche dopo i fatti di Parigi.


Agricoli: il Caffè è il protagonista della settimana, con un balzo di oltre 7%. Per ora nulla più di un ottimo rimbalzo, ma certamente da tenere d’occhio. Discorso che vale anche per molte altre materie prime (penso a grains, metalli e petrolio), in forte ipervenduto e che potrebbero dar luogo a rimbalzi anche violenti nel breve.

Petrolio Greggio: ci ha provato a rimbalzare in settimana, ma il nuovo dato sullo stock ancora in aumento ha smorzato le velleità rialziste: altra settimana moderatamente negativa (-1%), e neanche le tensioni in medio oriente hanno stimolato i prezzi, come frequentemente è accaduto in passato. Area 40 dollari ha tenuto, vedremo se da questa soglia psicologica ci sarà qualche reazione degna di nota. Trend che rimane decisamente ribassista.


EUR/USD: prosegue il rafforzamento del dollaro contro l’euro. In settimana tentativo di rimbalzo, ma ci ha pensato subito Draghi a smorzare gli entusiasmi (alludendo a nuovi interventi). Siamo non lontani dal noto potenziale target di medio periodo di 1.05/1.035, con la situazione che non cambia. 1,1080 la prima resistenza rilevante, da dove vale la pena ancora andare short nel breve.

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​Riccardo Zarfati
​onehourtrading

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