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Mercati finanziari settimana 8 giugno

Pubblicato 08.06.2015, 14:57
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


La Grecia non paga la prima delle 4 rate del debito di Giugno, optando per un rimborso complessivo a fine mese. Di fatto le parti in causa si prendono più tempo per cercare un compromesso che appare attualmente piuttosto lontano, sia sui numeri che sul metodo.

I mercati non la prendono bene, estendendo il ribasso iniziato la scorsa settimana. Instabilità in Europa accentuata dal rialzo oltre le attese dell’inflazione, che fa sprofondare i prezzi dell’obbligazionario, riportando i rendimenti a livelli già più consoni alla situazione economica attuale (circa 2,2% per il decennale italiano).

Siamo ora in prossimità di primi importanti supporti per gli indici europei, che restano per il momento ancora da preferire, mentre si intensificano i segnali di debolezza su molti indici asiatici, naturalmente con l’esclusione di Cina e Giappone.



Usa: moderata negatività in settimana e inusuale compressione di volatilità di medio periodo per l’indice principale, praticamente sugli stessi livelli di prezzo ormai da 3 mesi (con una escursione di meno di 2 punti percentuali). Il FMI taglia le stime di crescita del paese per il 2015 da 3,1% a 2,5%, addirittura consigliando la FED di posticipare il rialzo dei tassi al prossimo anno. Ciononostante, gli ultimi dati mensili sull’occupazione (non farm payroll) mostrano ancora dati assoluti superiori alle aspettative, stavolta anche con una favorevole dinamica salariale. Il rialzo dei tassi da parte della FED sarà una questione molto delicata da gestire. Graficamente non cambia ovviamente nulla, con primi supporti a 2042 e supporti di medio periodo a 1980




Europa: ribassi attorno al 2% per i principali indici, una perdita che a posteriori non appare drammatica. Indici PMI (indagini sui direttori d’acquisto) che mostrano un indebolimento per la Germania ed un deciso rafforzamento per i paesi periferici (Spagna ed Italia), che anche grazie ad un euro più debole riguadagnano progressivamente competitività rispetto alle industrie tedesche. Inflazione europea che sale dello 0,3% rispetto all’anno precedente, costringendo la BCE a rivedere la stima 2015 al rialzo. L’indice DAX conferma ancora la sua debolezza di periodo, con i prezzi che chiudono con estrema precisione in area 11.200, sul primo supporto statico e sulla trend-line rialzista che parte dai minimi di ottobre. Ulteriori eventuali ribassi dovrebbero trovare un forte supporto a 10.800 punti





Italia: chiusura sui minimi settimanali e di nuovo sotto 23.000 punti, con la peggiore performance europea (-2,8%) esclusa la Grecia. Bene i dati di disoccupazione, in discesa sul mese da 12,6% a 12,4% (in buon calo anche quella giovanile, da 42,5% a 40.9%). Prezzi di nuovo respinti dall’ostica area di 23.800 punti, ed ora di nuovo in prossimità della fascia di supporti tra 22.000 e 22.500. Uno scenario possibile è un andamento visto già lo scorso anno, con tenuta dei supporti e poi nuovo massimo a giugno (area 24.500/25.000), quando si saprà di più sulla Grecia. Da seguire, naturalmente lo scenario di fondo è radicalmente diverso rispetto al 2014 (tra Grecia, QE e situazione valutaria)




Asia: prevalgono i segni meno, con l’eccezione della Cina a nuovi massimi di periodo, e piccoli incrementi per Vietnam e Tailandia. L’Indice russo il più negativo (-4,8%) dopo i dati del PIL a -4,2% rispetto allo scorso anno. Anche India in deciso ribasso (-3,8%) con prezzi di nuovo sul supporto di 26.500: di nuovo, una eventuale rottura che attiverebbe una chiara dinamica di testa e spalle, con implicazioni ribassiste e potenziale primo target in area 23.000 punti. Solo oltre 28.800 riattivazione del trend rialzista per ora interrotto dalla attuale fase laterale





Debolezza anche per il principale indice della Corea, che si allontana dai recenti massimi relativi interrompendo per ora il ciclo rialzista. Siamo vicini a possibili supporti, tra questi prezzi e quello più lontano di area 20000. Indice ancora interessante per operazioni di medio periodo, almeno fino al raggiungimento pieno di 2200 punti, precedenti massimi storici.





Latin America: indici fermi in settimana, con modeste variazioni. Il Bovespa tiene l’area di supporto indicata, ma senza grossi slanci in avanti. Al momento il ribasso delle ultime 2-3 settimane appare come un ritracciamento del rialzo partito ad inizio anno. Se è vero, necessario un movimento rialzista più convincente da questi livelli o poco sotto (52.000), movimento non ancora pienamente manifestatosi.





Metalli: ancora debolezza nel comparto (sia preziosi che industriali), con l’eccezione del Nickel in solitario rialzo. Oro che chiude a 1170, ritornando molto vicino al primo supporto di 1140 e quindi ad un passo dai minimi di novembre. Sempre valido il suggerimento di attendere qualche possibile segnale in area 1100 oppure di valutare una entrata sulla forza, al superamento almeno della prima resistenza, ora localizzabile a 1230





Agricoli Grains: fattori meteo negativi in USA ed in India accrescono i timori di una minore resa dei raccolti, favorendo un incremento generale dei prezzi per il comparto. Bene il Corn ed il Mais, ma soprattutto balzo del Frumento (+8,6%), che ritraccia completamente la brutta candela della settimana precedente. Prezzi ora in prossimità della prima resistenza rilevante, in area 550. Dai dati COT risultano le prime chiusure delle posizioni short degli hedge funds, attualmente con posizioni nette al ribasso ai massimi da più di 10 anni. Possibile che possa continuare la forte volatilità nelle prossime settimane a fronte di ricoperture e naturalmente sul flusso di nuovi dati meteo.





Agricoli Coloniali: prezzi stabili per Zucchero (sui minimi a 5 anni), Cotone e Cacao, brilla questa settimana il Caffè con un incremento del 7,1%. Per il momento appare più che altro una reazione da ipervenduto di breve, soprattutto considerando un contesto previsionale di abbondanza di raccolti nei principali paesi produttori. Solo oltre 146 più probabile una ripartenza della dinamica rialzista vista ad inizio 2014 (con prezzi ora a -40% dal picco di ottobre 2014)





Energia: l’Opec mantiene il limite dei 30 milioni di barili al giorno per il resto dell’anno, non modificando la struttura dell’offerta. Gli stock proseguono nella lenta decrescita, ormai alla quinta settimana consecutiva. Prezzi che in settimana vanno sui primi supporti per poi reagire, chiudendo in leggero negativo (-2,3%). Una fase di stabilizzazione che non cambia il quadro tecnico, con supporti di breve in area 54-55 e prime resistenze a 62





Euro-USD: tentativo di ritorno in settimana sulle prime resistenze di 1,15, con deciso ritracciamento nel finale sui dati occupazionali USA e chiusura settimanale comunque positiva poco sopra 1,11. La vicenda Grecia non sembra influire più di tanto sui movimenti valutari, anzi da rilevare che l’euro è in deciso rialzo di breve contro le principali valute (GBP, AUD, JPY tra le principali). Nessuna variazione grafica, si rientra nella fascia mediana di una possibile fase di stabilizzazione di medio periodo





Riccardo Zarfati

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